PROGETTARE LA COMPLESSITA' 
 
 
Ritorna al Menu Progetto
Ritorna al Menu Principale
Ritorna al Menu Progetto
 
Le differenti strade che conducono alla sfida della complessità   

Per raggiungere la complessità, secondo Edgar Morin, è necessario seguire percorsi differenti, talmente differenti da chiedersi se non si debba parlare di complessità al plurale.  

Nella nostra ricerca della complessità abbiamo percorso anche le strade da lui indicate cercando di conservarne il senso nel nostro contesto.  

La prima via della complessità è quella dell'irriducibilità del caso o del disordine: definito come una incompressibilità algoritmica del matematico Chaitin, in altre parole non è possibile ridurre l'incertezza che ne deriva.  

Per quanto riguarda l'applicazione al nostro contesto, significa che non è possibile asserire di comprendere e prevedere completamente il comportamento del sistema in quanto rimarrà sempre un margine di incertezza.  

La seconda via della complessità è data dal superamento dei limiti dell'astrazione universalista che eliminava la singolarità, la località e la temporalità.  

Nel nostro contesto significa affermare la fondamentale importanza del meccanismo delle eccezioni.  

La terza strada è la via della complicazione, alla base del celebre paradosso del cane di Niels Bohr.  
(" Le interazioni che tengono in vita l'organismo di un cane non possono essere studiate in vivo. Se si volesse studiarle correttamente bisognerebbe uccidere il cane.")  

Nel nostro contesto la terza via indica che il numero di interazioni e correlazioni responsabili di alcuni processi naturali è talmente alto da non poter essere controllato.  

La quarta via è rappresentata dalla complementarietà dei fenomeni di ordine, disordine e organizzazione, nel senso dell' "order from noise" formulato da Heinz von Foerster nel 1959, il quale asseriva che da un'agitazione o da fenomeni disordinati possono nascere fenomeni ordinati.  
Prigogine ha mostrato in seguito, che strutture ordinate (vortici) potevano nascere da perturbazioni che apparentemente avrebbero dovuto dar origine a turbolenze.  

La quinta via della complessità è quella dell'organizzazione.   

Questa via pone dei problemi di natura logica poiché l'organizzazione è ciò che determina un sistema a partire da elementi differenti, costituendo un' unità nel momento stesso in cui costituisce una molteplicità.  

L'opera di M.C.Escher "Pesci" sembra cogliere con eccezionale chiarezza questa via, infatti le squame dei pesci di maggiori dimensioni sono a loro volta composte da piccoli pesci, simbolicamente una sorta di cellule che racchiudo il DNA del progetto-pesce originario esplicitandolo in maniera differente secondo la loro posizione-funzione.  

Un' altra strada verso la complessità è l' organizzazione ricorsiva, in altre parole l'organizzazione i cui effetti e i cui prodotti sono necessari per la sua stessa causazione e produzione.  

Un tipico esempio di questa organizzazione è la società umana: il ciclo di riproduzione sessuale produce individui ma questi individui sono necessari per continuare il processo riproduttivo.  

La settima via verso la complessità è la crisi dei concetti chiari e chiusi, cioè la crisi della chiarezza e della separazione nella spiegazione.  
Sostanzialmente nell' Universo delle cose semplici è necessario che una porta sia aperta o chiusa, nell'Universo Complesso è necessario che un sistema autonomo possa essere nel contempo aperto e chiuso.  

L'ottava via della complessità è data dal ritorno dell'osservatore, ora infatti si è consapevoli della sua perturbante influenza, rilevata persino nella sociologia e nella microfisica.  

La complessità, nelle conclusioni di Morin, è l'origine stessa delle teorie scientifiche, "...in ogni teoria esiste un nucleo duro non sottoposto a prova" (Lakatos), e "...le teorie scientifiche sono organizzate a partire da principi che non dipendono assolutamente dall'esperienza, cioè i Paradigmi." (Thomas Khun, The Structure of Scientific Revolution).  

La sfida della complessità impone di rinunciare ad una visione chiarificatrice ed onnicomprensiva del nostro universo, ma invita ad avvicinarci all'aleatorietà, al disordine, alla contraddizione che lo popolano.  

Non sarà possibile raggiungere il sapere assoluto proposto dall'inadeguato modello razionale, ma ci attende un percorso di avvicinamento alla comprensione di tipo asintotico (e pertanto mai esaurito) ben più ricco e soddisfacente. 
 

 
Ritorna al Menu Progetto
Ritorna al Menu Principale
Ritorna al Menu Progetto