RIALLACCIARE I RAPPORTI CON IL TESSUTO URBANO ESISTENTE

"Sono quasi unicamente le vecchie città, cresciute senza un piano consapevole, ad offrire un tale contenuto alla forma estetica... La stessa cosa felice che ha formatto secondo i nostri bisogni estetici le linee dei monti, i colori del mare, l'intreccio degli alberi, si rappresenta e si conferma nelle vecchie città." G.Simmel
Bosa è una cittadina, sulla costa ovest della Sardegna, dista circa un chilometro dal mare, ed è a metà strada tra le più importanti Alghero ed Oristano. Ha una popolazione di circa 8000 abitanti, ed un'importante passato, nei primi anni del '900 veniva annoverata tra le prime cento città d'Italia.
La storia della città è sempre stata caratterizzata da andamenti altalenanti, contrassegnati da periodi di ricchezza e sviluppo e da altri di decadenza e povertà . A seconda delle epoche viene considerata alla stregua di Cagliari o Sassari, oppure non compare neanche come centro abitato e si parla di Bosa con riferimento alla zona, che avrebbe preso nel tempo l'attuale nome di Planargia.

"...per abitare bisogna fare amicizia con un luogo e per fare amicizia bisogna addomesticare il territorio circostante." P.Moroni
Le notizie storiche sono numerose ma frammentarie, per lo più pervenuteci attraverso gli scritti lasciati da viaggiatori e storici delle varie epoche. Vanta origini antichissime, già genti protosarde abitavano questi luoghi, ciò è documentato da importanti testimonianze storiche (nuraghi, domus de janas, in italiano casa delle fate). Si ha anche notizia di un approdo per navi fenice, in quella che era l'Isola Rossa, adesso collegata alla terraferma attraverso un molo costruito sul volgere del '900 per assicurare un riparo alle navi. Durante la dominazione romana l'abitato si trovava già sulla sponda sinistra del fiume, approssimativamente nell'attuale zona di San Pietro dove rimane l'omonima chiesa. In tale periodo un anonimo viaggiatore la descrive come città ricchissima paragonandola alla mitica Babilonia, ed annoverando tra i suoi monumenti numerose terme e case patrizie delle quali comunque non se ne può confermare la passata esistenza, anche se dal letto del fiume sono stati ripescati dei busti di statue di sicura fattura romana, ed anche se numerose descrizioni di monumenti si sono rivelate attendibili. Il porto in questo periodo sembra fosse localizzato nell'attuale zona di Terridi, dove comunque non vi rimane traccia, anche a causa dell'interramento o della variazione del corso del fiume.

"Isidora è dunque la città dei suoi sogni: ma con una differenza. La città sognata conteneva lui giovane: a Isidora arriva in tarda età. Nella piazza c'è il muretto dei vecchi che guardano passare la gioventù lui è in fila con loro. I desideri sono gia ricordi." I.Calvino
La città è nata sia grazie alla sua posizione geografica, che per l'ampiezza del golfo sul quale affaccia, e del quale ne permette il controllo. Sia per la presenza del fiume, uno tra i più grandi e l'unico navigabile della Sardegna, che permetteva la facilità dell'approdo. Grandi possibiltà agricole lungo le rive dello stesso e nelle colline circostanti. Bosa ha sempre avuto un rapporto di amore ed odio col fiume, al Temo deve la sua ricchezza, ma da questo arrivarono spesso anche alluvioni e rovine. Ed anche la fama che godeva in Sardegna di luogo insalubre e malsano che provocò nel 1821 la perdita del ruolo di provincia a favore più salubre Cuglieri.

"La vita quotidiana è fatta di fenomeni concreti (gente, animali, fiori, alberi, pietra, terra, legno, acqua, città, porte, finestre) ma è fatta anche di sole, vento, luna, stelle, ed ancora emozioni."C.Norberg Schulz
Il paesaggio intorno alla città è tra i più vari: monti, le colline coltivate a vitigno, il fiume e la sua valle, e ad appena un chilometro il mare, dove ancora non si è edificato niente sopratutto verso Alghero e seguendo la strada littoranea si percorrono Km 42 senza mai incontrare una casa o tracce della presenza dell'uomo. Una parte di Sardegna ancora selvaggia ed integra con splendide testimonianze storiche: le chiese, il castello e il centro storico.

"Il bel paese nobile e buono del primo amore, il territorio dell'infanzia...Ricordavo quella città come si fa con una fidanzata, e temevo di trovarla trasformata in una vecchia rimbambita che rifiuta il passare degli anni." L.Sep&uGRAVElveda
Il centro storico si adagia sul verdegiante declivio del colle Serravalle, sormontato dall'antichissimo castello Malaspina edificato nel 1112. E' giunto sino a noi praticamente intatto, come lo avevano edificato i nostri avi, ed è qua che possiamo trovare ancora vivo l'habitat bosano, fatto di piccole cose ma suggestivo per la sua vivacità. Il sito originario, la deniminata Bosa Vetus, sarebbe quella edificata in epoca romana e rimasto vivo sino al XIII secolo, continuamente mortificato dalle incursioni saracene, che ne minarono la vita sino al più completo abbandono. Sorgeva sulla sponda sinistra del fiume intorno alla già nominata chiesa di San Pietro.

" Finalmente usciti da un folto di pini mediterranei, ci eravamo trovati sull'orlo del grande imbuto: C. era li in fondo, digradante sulla piccola collina cui si abbarbicava e al cui culmine dall'alto vedevamo ergersi i ruderi del castello: un pò di mura e una torre; il fiume giù quasi lambiva le case, per poi prendere con un'ultima pronunciata ansa , lucido, la via del mare: che adesso era liscio, solo vibrante del suo chiarore." Mannuzzu
Le matrici geometriche che generarono la città "nuova" furuno dunque il fiume, il colle ed il castello, le prime due lo furono anche da un punto di vista storico, perchè presentarono le caratteristiche adatte alla nascita di un abitato. L'evoluzione urbanistica della città si divide in quattro fasi principali:
-in seguito alla costruzione del castello la popolazione si sposta dall'antica Bosa Vetus al nuovo sito dando vita al borgo feudale, che in origine ospitava probabilmente le guarnigioni armate di difesa al castello, in seguito anche la popolazione, per motivi di sicurezza si spostò a ridosso del borgo stesso;
-la seconda fase vede la costruzione della così detta città libera, sopratutto dedita ai commerci e quindi sviluppatasi in pianura tra il colle ed il fiume, caratteristico e l'andamento involutivo a spirale della zona di Corte Intro;
-nella terza fase si da vita alla città ottocentesca, anche questa edificata in pianura, seguendo l'allineamento geometrico dell'asta fluviale, in questo momento si crea il primo accenno di ortogonalità della maglia stradale;
-nella quarta fase si da vita alla parte più moderna della città, che si evolve seguendo le linee direttrici impostate dal piano d'ornato del 1868, che prevedeva lo sviluppo della città verso il mare. Per ogni fase costruttiva si ha una diversa ma attinente morfologia edilizia, tranne parte edificata negli anni 70 di questo secolo.

"L'ipotesi è che le quattro donne abbiano varcato la soglia di un mondo diverso: un mondo senza spazio ne tempo, e con dimensioni a noi sconosciute. Ma perchè l'unica superstite non ce lo descrive? Perchè ? Per la semplice ragione che non trova le parole per farlo." L.De Crescenzo
Il borgo feudale è quello che venne edificato tra il XII ed il XIV secolo, seguendo le curve di livello del colle, e posizionandosi in maniera da essere un primo baluardo di difesa al castello, seguendone quindi il perimetro. Fittamente costruito con edifici alti e stretti, e strade di sezione ridotta con pochi porcorsi trasversali tra le vie principali. Inoltre questi percorsi presentano la caratteristica di non essere mai retti ma descrivono una L, forse per essere più facilmente difendibili. Nel borgo feudale troviamo la prima morfologia edilizia: lunghe stecche di case a schiera orientate a mezzogiorno e disposte a corona circolare, equidistanti dalla torre più avanzata del castello.

"Una strada la cui visuale sia chiusa ad ogni passo da strutture sopraelevate, crea una successione di spazi ben definiti che formano per così dire, un susseguirsi di camere all'aperto. Questo spazio stradale diviso in compartimenti avvolge il pedone dandogli un singolare sensazione d'intimità." B.Rudofsky
La città libera venne edificata completamente e materialmente staccata dalla città feudale tra il XV ed il XVII secolo. Da alcune fonti sembra che addiritura vi fossero due nuclei, entrambi in pianura, il primo a ridosso del fiume verso la porta Santa Giusta, l'altro sempre verso il fiume ma più orientato in direzione della vecchia strada Carbia (Alghero) Tharros e quindi in prossimità della porta San Giovanni. In questo periodo la città venne riconosciuta "Villa Reale" dagli aragonesi, che la liberano dalla sudditanza feudale. Nella città libera la seconda morfologia edilizia: unità edilizie alte e strette che insistono su slarghi che fungono da piazzette.

"...arte corale, non prodotta da pochi intellettuali o specialisti, ma dall'attività spontanea e costante di un'intero popolo, partecipe di una stessa cultura ed operante sulla base di una comunanza di esperienze."P.Belluschi
La città ottocentesca ospita la terza morfologia: grossi lotti regolari sempre disposti in parallelo al fiume ed un'edilizia di elevata dignità civile. E' la parte più ariosa e regolare del centro storico, è incernierata al resto della città attraverso il corso Vittorio Emanuele II, dove troviamo i migliori palazzi della città . Probabilmente la borghesia bosana, che anticamente viveva nella città libera, nei primi anni del '800 compie un'ulteriore passo verso una maggiore ricchezza, e ciò comporta l'accorpamento di più edifici ed una maggiore cura e decorazione nelle facciate, dando vita, in quella che un tempo era città libera, ad una città impostata su una maglia quasi ortogonale e dalle facciate che si possono considerare "classiche".

"Irregolarità di figura, ha da noi lo stesso significato, o anche peggio, che ha da voi, una combinazione di stortura morale e di criminalità , ed è trattata di conseguenza." A.E.Abbott
La città moderna ha preso il via seguendo le linee principali impostate dal piano d'ornato del 1868, basandosi su una maglia ortogonale che ha come riferimento principale il prolungamento del corso Vittorio Emanuele II, che nella parte nuova prende il nome di viale Giovanni XIII. Venne previsto sul finire dell'800 per collegare la città alla chiesa di Santa Filomena e per facilatare l'accesso verso il mare. Negli anni 60 del '900 è cresciuta ancora verso ovest, seguendo una maglia ortogonale e dando vita ad una più banale città giardino.

" Dalla città alta ci inoltrammo nei più strani corridoi che siano mai stati chiamati strade; alcuni di loro sono in effetti coperti da archi, e a chi scendeva nell'oscurità misteriosa sembravano caverne; ne seguimmo uno, esitando, sino a sbucare alla luce. Le case sui due lati erano distanti tra loro solo un passo o due, e comunicavano, a tratti, mediante passaggi arcuati." Hawthorne
I rapporti ed i passaggi tra le varie parti di città sono garantiti da eventi diversi a seconda delle epoche costruttive. La parte medievale si lega alla città libera attraverso sottopassi, scale e strettissimi percorsi.

"Non è sufficiente che il nostro ambiente abbia una struttura spaziale in grado di facilitare l'orientamento, ma deve consistere di oggetti concreti con cui identificarsi." C.Norberg Schulz
La città libera con la città ottocentesca comunica attraverso sottopassi e strettissimi vicoli sormontati da numerosi contrafforti, che in un certo senso delimitano un'ambiente e annunciano il passaggio tra una parte e l'altra della città . La parte ottocentesca e la città moderna sono annunciate da piazze che raccordano le caratteristiche di entrambe.

"...il sole colpiva solo i piani superiori, non giungendo all'acciottolato." Mannuzzu
Il corso Vittorio Emanuele II è l'arteria principale della città, è anche il primo alleamento al fiume, si sviluppa con andamento quasi rettilneo e regolare, e il bel pavimento (lastricato in basalto con intermezzi di ciottoli) guida attraverso la quinta cittadina di maggior prestigio. Si nota disimmetria tipologica tra i due lati della strada, a monte i palazzi migliori, rifacimento di edifici più antichi, a valle un'aspetto edilizio più dimesso, dove maggiormente permangono le vecchie e più popolari case.

"L'uso di un'unica tipologia edilizia non da necessariamente luogo ad un paesaggio monotono. L'irregolarità del terreno e il discostarsi da misure standard, producono piccole variazioni che detterminano un perfetto equilibrio tra unità e varietà ." B.Rudofsky

La via Lungo Temo è una delle più suggestive strade della città . Il fronte continuo degli edifici, con i tetti di svariate forme, si riflettono sulle acque del fiume, con, sullo sfondo, le antiche concerie. Il pavimento in basalto e ciottoli è stato ricoperto dall'asfalto, essendo la via, diventata la principale arteria di traffico veicolare, ha inoltre subito altre modifiche.

"(la piazza)...essa si può considerare come un'edificio vuoto, costruito con le stesse regole formali con le quali si realizza un'architettura."C.Sitte
Le piazze sono un qualcosa di nuovo per la città , sino al 1880 non erano presenti in quanto tali, troviamo degli slarghi nella città feudale ed una sorta di corti nella città libera. Nel 1880 venne inaugurata la prima piazza, dove si posizionò la prima delle due fontane presenti in città . Dopo questa ne furono previste altre quattro, dalle forme più diverse: la rettangolare piazza IV Novembre, ottagonale piazza Gioberti, la quadrata piazza Zanetti e la circolare piazza Dante.

" (l'arte popolare)...non bisognosa di locuzioni affinate e assotigliate, di metafore ardite, di tinte sfumate, di studio faticoso condotto su molteplici esemplari, di sussidi tratti dalle più svariate parti." B.Croce
Un discorso a parte meritano le numerose chiese, se ne possono contare sino a 32, tra il contado e l'abitato, alcune interdette o diroccate, ma testmoni di un florido passato. La più vecchia è quella di San Pietro, cominciata nel 1062 sui resti di qualche altro edificio. Segue la cattedrale intitolata all'Immacolata Concezione risalente, nel primo impianto, al XII secolo. Ancora tra le più importanti la chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos interna al castello e quella di Sant'Antonio.

"Pare dunque evidente che la capanna sia il modello dell'architettura, e che avendo questa documentato un legittimo titoto d'imitazione, debba per giustizia essere annoveratatra le belle arti." Milizia
Le concerie devono la loro ubicazione, lungo la sponda sinistra del fiume, di fronte all'abitato, alla necessità di utizzare l'acqua salmastra nelle fasi di lavorazione delle pelli, alla facilità di accesso ai commerci, facilmente raggiungibili a piedi dai lavoratori, ed abbastanza lontane da permettere alle brezze di mare di allontanare i miasmi delle pelli e delle materie concianti.

"Nei paesi in cui la funzione della strada non si è ancora degradata in quella di autostrada o di area di parcheggio, una quantità di accorgimenti la rendono idonea all'uomo: pergolati, tendoni, strutture analoghe o coperture permanenti." B.Rudofsky
Le strade seguono una curiosa regola gerarchica, manifestata attraverso le dimensioni, ma sopratutto attraverso le pavimentazioni. Sono pavimentate con due elementi basalto e ciottoli che sistemati in maniera diversa indicano l'importana della strada.

"E naturalmente all'occhio di un comune Mercante, o di un servo, una simile vista è indecifrabile, quasi quanto lo sarebbe per te, o mio lettore, se fossi di colpo trasportato nel nostro paese." A.E.Abbott
Nella parte feudale e nella città libera le facciate sono povere di decorazioni, unici elementi sono le mostre delle finestre e delle porte in trachite rossa ed un piccolo cornicione di sezione convessa circolare dello stesso materiale. Tipica è la caratteristica di scolpire nelle architravi di ingresso una rosetta a sei petali entro una cornice circolare. oppure dei disegni che probabilmente identificavano il lavoro svolto dal proprietario dell'edificio. Dei piccoli bugnati di modesta altezza, colorano il fronte principale degli edifici che a loro volta sono tinteggiati con una grande quantità di colori, vi si possono ammirare tutte le tonalità di giallo, arancione, bleu e rosso. Tutte le unità abitative hanno un fronte molto stretto, con, in genere, un'unica stanza per piano, e tutte sono sormontate da caratteristici tetti a capanna, con due falde ricordanti il timpano di un tempio, e protette dai coppi sardi, tegole molto comuni in Sardegna. Gli interni prevedono una sola camera per piano, con solai in legno, le scale di raccordo tra i vari piani sono invece in muratura.

"La campana udita dall'esterno rende l'interno privato parte di una totalità pubblica comprensiva." C.Norberg Schulz
L'aspetto delle facciate, gli oggetti presenti nelle immediate vicinanze di queste, ma anche gli effetti prodotti dal'ombra e dalla luce, danno vita a quello che ho chiamato "balcone su strada", una sorta di spazio semi-pubblico dove la gente passa gran parte della giornata. E' questo l'habitat caratteristico dalla centro storico, dove ancora sono vive le abitudini e le tradizioni.

Obiettivi e immaginario soggettivo
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