Nel nostro secolo, la cultura del progetto ha teso ad unificare le posizioni sedute nella presunzione che tutti i fenomeni possano essere analizzati con la ragione e con questo mezzo si può raggiungere la perfezione, perché la perfezione è raggiungibile. Questo atteggiamento illuministico è illusorio perché ogni individuo ha sue caratteristiche e tendenze, ogni situazione ha sue peculiarità. È vero che sarebbe anche un’illusione pensare al sedile personalizzato, costruito sul corpo e sulle esigenze del singolo, perché in contrasto con le più elementari esigenze di standardizzazione produttiva. Come obiettivo principale ci siamo prefissati quello di poter offrire agli utenti una sedia che potesse adattarsi il più possibile alle proprie dimensioni. Ovviamente, è impensabile poter progettare un oggetto adattabile ad ogni singola persona, per una serie di motivi; tra i principali annotiamo l’enorme variabilità di altezza dell’essere umano ed il differente senso di comfort che varia da persona a persona. Con il nostro modello riusciamo a coprire il 96% della popolazione mondiale (dati riferiti ai modelli di Percentile), garantendo a quest’ultima la linea ergonomica da noi ricavata. La sedia analizzata è uno tra gli scenari che la matrice ha generato nel suo ciclo di produzione. La scelta è ricaduta su Skelettra in quanto, risulta la più gestibile ed adattabile ai singoli utenti ed inoltre ci appaga anche dal punto di vista estetico. Affinché Skelettra possa essere adattabile ed ergonomica, è necessario che schienale e sedile seguano il più possibile le forme del corpo umano. Nonostante qualche rara eccezione, quest'ultimo mantiene sempre le stesse proporzioni sia che la persona sia alta 1.50 metri o 2.00 metri; dunque, il variare dell’altezza genera un diverso sviluppo lineare di sedile e schienale. Il nostro intento è quello di poter offrire agli utenti la stessa linea ergonomica: per far ciò abbiamo sovrapposto due linee identiche ma con lunghezze diverse (una per persone da 1.50 m., l’altra per persone da 2.00 m.). Ovviamente, non è proponibile che il sedile per poter essere conforme alle diverse grandezze, sia un pezzo unico, bensì dovrà essere composto da una serie di blocchi sempre in relazione tra loro. Questo discorso, logicamente, interessa anche lo schienale. Sedile e schienale complessivamente risultano essere composti da 13 doghe, ripartite in sei nel primo e sette nel secondo. Unendo ogni singolo punto di una linea con il rispettivo dell’altra si viene a creare una direttrice di traslazione all’interno della quale sono presenti tutti i punti che andranno a formare le linee ergonomiche intermedie rispetto alle altezze inizialmente considerate. Le direttrici che si vengono a formare, rappresentano il percorso che ogni singola doga deve compiere per spostarsi da un’altezza all’altra; perciò queste ultime saranno le parti del telaio su cui scorreranno i supporti agganciati alle doghe. Di conseguenza, anche il funzionamento dei braccioli si basa sullo stesso principio sopra descritto. Questo ci ha creato qualche problema in quanto alcune di queste direttrici si sovrappongono; per ovviare a tale problema abbiamo adottato un telaio asimmetrico. Logicamente, se schienale e sedile fossero stati divisi in un numero maggiore di doghe, questi sarebbero state sicuramente più precisi, ma nello stesso tempo ciò avrebbe comportato una maggior sovrapposizione di linee rendendo quindi necessario un ulteriore inserimento di telai. La linea ergonomica è rappresentata da tredici doghe indipendenti e leggermente curvate per poter seguire l’anatomia del corpo: abbiamo deciso di realizzarle in faggio per via delle sue caratteristiche di leggerezza e resistenza. Ognuna di queste è collegata tramite un supporto al telaio interno, mentre risulta averne due se scorre su quello esterno. Tali supporti, realizzati in titanio, come anche il telaio, vengono fissati a quest’ultimo mediante saldatura ad un manicotto che scorre all’interno del telaio stesso. Per conferire alla sedia una notevole stabilità, è stato utilizzato un basamento ad ali portanti ampio quanto la larghezza della poltroncina stessa prevenendo così la possibilità di ribaltamento. Arrivati a questo punto, vorremmo chiarire come tutto questo processo possa essere attuato manualmente o meccanicamente. Nel primo caso, Skelettra viene regolata facendo scorrere le doghe sulle parti corrispondenti del telaio, fornite di tacche metriche di riferimento per facilitare all’utente il posizionamento della poltroncina; nel secondo caso tutto questo viene gestito da un motorino elettrico. Quindi, se tutte e tredici le doghe vengono posizionate alla stessa misura in ogni singola tacca, l’utente ritroverebbe la linea ergonomica da noi ottenuta inizialmente; visto che ognuno di noi ha un grado di comfort diverso, vi è anche la possibilità di regolare ogni singola doga indipendentemente, in modo che chiunque possa adattare la poltroncina a proprio piacimento. Per concludere, Skelettra ha la possibilità di adattarsi a qualsiasi tipo di arredamento dal momento che le doghe in legno possono essere rivestite con materiali variabili dalla pelle, alla stoffa o qualsiasi altro, a seconda delle necessità del fruitore. Grazie agli accorgimenti finora descritti, il peso di Skelettra è valutata intorno ai dodici chili, rispecchiando in pieno uno dei nostri obiettivi principali: la leggerezza.