CODICI EVOLUTIVI DEL MODELLO MORFOGENETICO DEL PARCO
Chrystal Palace Londra
Nel nostro lavoro sul microsistema dello stadio Mirabello di Reggio abbiamo assunto tra gli immaginari di qualità il parco urbano.
Del parco abbiamo voluto dare una nostra lettura storica del suo sviluppo dalle origini ai giorni nostri in modo da formulare una nostra idea di quello che potranno essere i parchi urbani in futuro.
Questo lavoro ci è utile al fine di poter estrarre da questa lettura delle strutture di relazione e delle matrici formali da utilizzare quali adduzioni nel nostro progetto. L’idea di giardino del castello si sviluppa da uno stesso punto di partenza sia nella cultura europea che in quella persiana caratteristica saliente di questi giardini è la regolarità delle forme geometriche degli spazi verdi.
L’idea del parco parte dal
viale alberato caratterizzante le campagne francesi
in epoca monarchica ed è l’unico segno di trasformazione della natura,
diventa così "parco" contrastante con le forme libere
ed eterogenee della "selva"; la forma del viale alberato viene
poi aggregata a disegni globali sempre più complessi nei grandi
giardini reali e poi nelle promenades delle città riformate. Il
viale alberato introduce nella semantica degli elementi della città
riferimenti ambivalenti alla natura (l’orizzonte infinito del punto di
fuga, la forma ricavata con elementi naturali) e all’essenza del fatto
urbano (il "commercio" con la grande distanza; i percorsi tra
quartieri e tra le città, i flussi vitali delle attività
urbane); di come l’architettura (e la trasformazione dell’ambiente) si
costruisca in questi casi non tanto con l’invenzione di nuovi elementi
quanto con la riappropriazione e la revisione di elementi già presenti,
già assimilati ma riscoperti in un nuovo contesto.
L’evoluzione
successiva è rappresentata da parchi sul modello di quello della
villa di Caserta che
è uno dei primi esempi di fusione del concetto di parco (paesaggio
agrario) con quello di giardino con la creazione del parco pubblico che
sarà elemento tipico della città europea dell’ottocento in
cui si evidenzia l’ideologia la complessità tecnologica della costruzione
dell’ambiente artificiale che deve rispondere al bisogno cittadino della
natura perduta; il parco è autonomo dalla città. L’introduzione
di percorsi sinuosi, dal disegno apparentemente casuale e dell’elemento
acqua, con laghi artificiali collegati da un intreccio di canali rappresenta
l’adeguamento al nuovo gusto ottocentesco dei parchi ottenuto dall’integrazione
del giardino formale e giardino paesaggistico.
Nasce poi il parco attrezzato in cui l’idea era quella di voler contenere in una vasta area con pochi o molti elementi naturali una grande varietà di attività sportive, culturali, ricreative con connotati di massa, questi tipi di parchi mettono in luce alcuni caratteri che poi saranno ripresi piu tardi quali: spesso i percorsi costruiscono il disegno del parco stesso e sono divisi per funzione (separati nelle zone di bosco mentre sono vicini nelle zone di prato o sportive), in alcuni esempi tutte le forme sono dei multipli o sottomultipli di una forma di riferimento composti con l’uso della simmetria (Crystall Palace), a volte si nota anche il tentativo di coniugare i parchi con le istituzioni culturali e sociali e lo spazio aperto architettonico con le infrastrutture tecniche della città (la stazione ferroviaria, i quartieri residenziali,...) facendo penetrare progressivamente la natura (spazi verdi) nella città in modo che questa attraverso una progettazione formale diventi architettura.
Il modello di parco prodotto dalla lezione del Movimento Moderno segna il ritorno al rigore delle forme semplici e geometricamente regolari ed alla ripetizione scalare di una forma, il tutto fondato sulla funzionalità.
Ritorna poi l’idea della fusione della struttura della città con gli elementi naturali (per giustapposizione o per relazioni visive), con una progettazione organica degli spazi aperti verdi nel tessuto vivo della città; gli elementi naturali entrano nel cuore della città.
Negli anni ‘60 e ‘70 si ha un ritorno al giardino pittoresco, con forme romantiche ed esuberanti (Olympia Park e Wester Park di Monaco): il parco si caratterizza per il suo segno fortemente e volutamente artificiale, il parco sostituisce i vecchi simboli della città (infatti nella città moderna c’è una perdita del centro ed il parco assolve la funzione di segnare un centro), è caratterizzato da grandi movimenti del terreno che in alcuni casi lo isolano dalla vista della città, dove invece la città rimane visibile l’immagine è ricercata e costruita con cura, il parco contemporaneo non è pero un rifugio dalla città ma un accelerazione dell’urbanità , di ciò che abbiamo creato, e quindi non può essere diviso dalla città come quello dell’ottocento ma ne è una metafora ed una continuazione. Il parco ha spesso molti ingressi, gli ambienti che lo costituiscono sono di maggiore e minore estensione ed orientamento modellati in modo da generare relazioni tra le parti del parco stesso, il parco deve comunque mantenere degli spazi di "riflessione". Il sistema dei percorsi spesso non ha un viale principale ma una serie di camminamenti che raggiungono praticamente tutte le zone del parco pur lasciando luoghi più appartati di altri. Assume grande importanza il problema del recupero delle aree dismesse.
Nell’ultima generazione di parchi l’elemento dominante nella costruzione del parco stesso è la geometria gli allineamenti sono pero spesso parziali e frequentemente interrotti ma in rapporto con la struttura urbana, le linee non sono ortogonali tra loro e si prediligono le diagonali, non c’è simmetria, il parco è progettato all’insegna della polifunzionalità e contiene aree per il gioco, lo sport ed attività commerciali, spesso il parco ha una rete di punti di riferimento disposti con una successione controllata ma nel parco non ci sono elementi predominanti. Il concetto di parco come immagine della natura e su una utilizzazione estetica passiva ha perso di credibilità ed è sostituito da quello del parco culturale.
Grande importanza ha assunto nei parchi di questi ultimi anni il problema delle cosiddette "linee di desiderio" cioè lo studio dei percorsi istintivi elemento imprescindibile nella progettazione di un parco.
Un esempio di convivenza di molti di questi caratteri
può essere secondo noi il parco della Villette
di Parigi. Il parco dà un’immagine fortemente artificiale ed
è basato sull’idea decostruttivista
della scomposizione dei problemi; la forma del parco è controllata
da un sistema di griglie autonome che sovrapposte danno una risposta globale.
Grande importanza hanno due elementi: una rigida griglia
geometrica scandita da elementi di orientamento che suggeriscono l’unità
del sistema essendo comune denominatore a tutte le attività e tutta
una serie di segni curvilinei o diagonali che rappresentano delle eccezioni
nel sistema. La divisione in fasce dell’area richiama il funzionamento
di un
grattacielo
formando non di meno un tutto che trascende dalla somma delle parti. La
natura nel parco è diversificata in tre categorie: ci sono parti
in cui predomina la vegetazione (giardini tematici, giardini didattici,
prati per il gioco, ci sono poi cortine di vegetazione che formano come
un paesaggio di quinte che variano di altezza e densità e dunque
trasparenza, infine l’ultima categoria di natura è costituita da
insiemi di vegetazione progettati alla scala dei maggiori elementi architettonici
del luogo, di cui formano il contrappunto; rilevante valore hanno anche
i giochi d’acqua.
CARATTERI DI RIFERIMENTO PER LE ADDUZIONI
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