1.5 - Lettura soggettiva dello Stadio di Varese


Figura 28 - Vista dello stadio di Varese

Figura 28b - Progetto per lo stadio di Varese dell' Arch. Luigi Vermi

"In tempi remoti si giocarono partite sul campo di Casbeno poi su quello costruito nel recinto dell'ippodromo delle Bettole".

Per avere a Varese uno stadio per il calcio bisogna attende il 1925, l'anno prima che Varese venisse proclamata capoluogo di provincia. Nel 1930 il nuovo stadio venne fornito di una pista di atletica e, sette anni dopo, di una pista ciclistica. Nel dopoguerra continuarono i lavori di ampliamento con la costruzione della tribuna dei vip. Nel 1949 lo stadio fu intitolato a Franco Ossola, un giocatore varesino scomparso in quell'anno nell'incidente aereo di Superga in cui perirono i giocatori della squadra del Torino. Nel 1967 due imprenditori varesini donarono i quintali di cemento necessari per costruire le gradinate che dovevano unire le due curve. Lo stesso anno, per festeggiare il cinquantesimo della nomina a capoluogo di provincia di Varese, l'Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese affidò all'architetto Luigi Vermi un progetto di sistemazione urbanistica della zona adiacente lo stadio presso cui, nel frattempo, era sorto l'impianto sportivo per la pallacanestro. Tale progetto prevedeva l'inserimento di un impianto polivalente che potesse ospitare un campo da hockey su ghiaccio ( che potesse trasformarsi, tramite allagamento della cavea, in una piscina ), poi una vasca per tuffi e una pista olimpionica per gare di velocità.

Il progetto che non venne realizzato prevedeva altresì una pista per pattinaggio, saloni per ritrovo, bar, sala stampa e un parcheggio.


Figura 29 - Planimetria

 

Figura 30 - Stadio di Varese sviluppato tramite elaboratore.

Figura 31 - Modello dello Stadio di Varese : rendering

Figura 32 - Veduta dell'interno rielaborata al computer