La procedura primitiva del progettare, utilizzata dalla maggior parte di coloro che operano nella direzione di voler dare all’uomo un ambiente più consono alle proprie necessità, consiste nell’inserire nell’ambiente alcuni elementi nuovi, che dovrebbero essere utilizzati dall’uomo per gli scopi più disparati. Questo meccanismo automatico però, malgrado possa determinare la nascita di oggetti a varie scale ed utili alle varie scale di utilizzo, ci sembra quanto mai incompleto.
Probabilmente lo scopo primo dell’utilità pratica dell’oggetto progettato, che interessa tanto all’uomo comune quanto più all’esigente committente, verrà raggiunto ma ciò non basta.
Progettare significa entrare in simbiosi con l’ambiente, creare una nuova parte di esso senza imporre la propria personalità di progettista ma al contrario rispettando ciò che la natura, in secoli di lenta evoluzione, ha donato al genere umano. Il gesto di un uomo solo o di una aggregazione di uomini le cui capacità progettuali, qualunque esse siano, non sarà degno di entrare a far parte del generato da millenni di evoluzione naturale. La perfezione raggiunta dagli eventi naturali non può e non deve essere intaccata da alcun manufatto umano.
Per queste ragioni progettare in un contesto naturale, ancora più che in quello urbano che essendo stato completamente edificato dall’uomo è per definizione artificiale, comporta delle responsabilità enormi.
Innanzitutto bisogna proporsi alla natura ed all’ambiente considerato in particolare, in una posizione di inferiorità; questo per le affermazioni già fatte che classificano l’essere umano in una posizione estremamente inferiore a quella in cui potremmo ideologicamente porre il creato naturale. Secondariamente, ma non come importanza, si deve agire e modellare la propria ipotetica forma architettonica nel pieno rispetto dell’esistente naturale e quindi osservando leggi che la natura ha lentamente formulato e materializzato.
Per proporre una modifica dell’ambiente che sia plausibilmente accettabile dobbiamo quindi scartare o meglio ampliare, il metodo progettuale accennato all’inizio e usualmente applicato. Bisogna sostituirlo con un sistema più complesso ed in grado di proporre forme architettoniche “naturali”.