1.2. L’IMMAGINARIO DI RIFERIMENTO E LA QUALITÀ L’uomo è l’unico essere vivente capace di operare delle scelte utilizzando un approccio umanistico, senza analizzare puntualmente il problema facendone un’analisi dettagliata ma ricorrendo ad un immaginario personale, fatto di desideri singolari, di pensieri liberi. Il progettista quando opera di serve di questo suo mondo virtuale, del suo immaginario personale e solo a posteriori svolge un’operazione di analisi delle prestazioni ottenute. Grazie a questa successiva analisi riesce a formulare un giudizio in merito allo scenario che ha prodotto; ragionando in termini di differenza tra ciò che avrebbe voluto ottenere (in base al proprio immaginario soggettivo) e ciò che realmente ha prodotto. Questa è la qualità del progetto. Ma il proprio immaginario di riferimento non è statico, non persiste in una situazione di immobilità evolutiva; al contrario si arricchisce continuamente di nuovi elementi, di nuove immagini e di nuovi riferimenti virtuali e reali. Quindi continuamente i mondi virtuali si evolvono, si ampliano e si restringono, nascono e muoiono; gli immaginari virtuali si evolvono strutturando scenari sempre più desiderabili. A questo punto però, anche il concetto di qualità si evolve. Non è più identificabile come la differenza tra il mondo reale e l’immaginario soggettivo del progettista. Il concetto si amplia e diventa necessario raffrontare la rispondenza del reale con l’immaginario intersoggettivo, vale a dire con un universo di mondi possibili e desiderati plausibilmente da una estesa quantità di soggetti. La qualità diventa così la proprietà di generare il consenso della maggior parte di fruitori. É importante che la capacità informativa dell’ambiente progettato sia influenzata continuamente dagli scenari possibili che il progettista riuscirà a configurare; solo in questa maniera il progetto sarà in grado di avere un’ampia capacità di risposta alle domande già espresse e in divenire. Non sempre, e ciò è auspicabile, la formalizzazione delle richieste si serve di un apporto informativo lineare ma, al contrario, eventi eccezionali intervengono a rompere la ritmicità del processo. Questi innesti di novità particolari sono linfa vitale per la crescita del progetto; sono loro infatti ad arricchire di nuovi elementi il progetto, a portare informazioni di importanza tale da costringerci ad effettuare un salto logico e quindi a cambiare il paradigma organizzativo precedente con uno nuovo. Non dobbiamo scordare però che tutto questo movimentato andirivieni di informazioni gerarchizzate progressivamente sarebbe inutilmente sprecato se si dimenticasse l’esperito, e ancora di più se si perdesse di vista quello che è l’obiettivo della nostra ricerca: la qualità progettuale.