IL PERCORSO

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"A Gandalf, i ricordi lontani di un viaggio fatto molto tempo addietro erano adesso di poco aiuto, ma persino nelle tenebre, e malgrado le curve del sentiero, egli sapeva dove desiderava andare, e non esitava un attimo, finché vi era una strada che conducesse verso la sua meta."
[Tolkien J. R. R., "Il Signore degli anelli"]



Leonardo Eulero, "Problema dei ponti di Konigsberg."


La presa di possesso dell’ambiente significa sempre, per l’individuo, un allontanamento dalla dimora d’origine ed un percorso nella direzione determinata dal suo scopo e dall’immagine che egli ha dell’ambiente. L’individuo "avanza" o "indietreggia".
Il termine "avanti" rappresenta così la direzione dell’attività dell’uomo, mentre "indietro" sta ad indicare la distanza da lui percorsa. Talvolta il cammino lo conduce verso una meta sconosciuta, o indica solo una direzione preferenziale, che gradualmente si dissolve in una distanza sconosciuta.
"Il percorso costituisce perciò una caratteristica fondamentale dell’esistenza umana ed è uno dei grandi simboli delle origini" (nota 6). I movimenti dell’individuo vanno anche a ritroso e il percorso contiene quindi sempre una tensione fra il noto e l’ignoto.
Sia come percezione che come schema, ogni percorso è caratterizzato dalla continuità ed è inteso come successione lineare.
Anzitutto si presenta come direzione da perseguire per raggiungere la meta, poi durante il cammino si producono degli avvenimenti ed esso viene sperimentato anche in rapporto ai suoi caratteri particolari.
"La via è anche il luogo di micro-avvenimenti, che allontanano, attraverso minuscole sollecitazioni, l’individuo dalla sua linea di universo"(nota 7). Quel che accade "lungo" la via va ad aggiungersi alla tensione creata dalla meta da perseguire e dal retrostante punto di partenza(nota 8).
"Seguirono il viottolo per un certo tempo, ma procedevano cautamente, e la loro ansietà crebbe quando si inoltrarono nei boschi scuri, dove il sentiero divenne più ampio e piano. Poi, di punto in bianco, all’uscita da una fascia d’abeti, lo videro scendere ripidamente in una scarpata e girare bruscamente a sinistra, aggirando una sporgenza rocciosa del colle" (nota 9).
L’architettura dell’antico Oriente, per esempio, si basa su movimenti circolari, che piuttosto che formare dei percorsi veri e propri, rinforzano l’aspirazione predominante per i luoghi statici.
Il carattere di un percorso può anche essere determinato dal rapporto che intrattiene con i luoghi: può condurre a una meta lontana dal punto di partenza oppure può formare un anello intorno al luogo, esprimendo "la rotondità dell’esistenza".
"Il sentiero smise di salire, proseguendo in pianura per un certo tratto. Gli alberi cupi si distanziarono e la strada continuò quasi dritta. A una certa distanza, più innanzi, si ergeva una collina verde e senza alberi. Il sentiero si sprofondò, ma riprese a salire, conducendoli infine ai piedi delle ripide falde del colle. Si inerpicarono su per innumerevoli giravolte, giungendo infine alla sommità" (nota 10).
La forma spaziale di tipo longitudinale, caratterizza anche le strade vecchie di alcuni centri storici. Mentre la chiesa sta a rappresentare un movimento ideale e presenta quindi una struttura geometrica, la strada è un percorso reale che serve alle azioni fisiche e sociali dell’uomo, meglio interpretate in termini di relazioni topologiche, nelle città del passato, angoli obliqui e linee curve creavano una prospettiva chiusa che ne ravvivava l’aspetto.




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Questa pagina è stata progettata da Claudia Dalmino e Luigi Lattanzi (a.a. 1995-'96)
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