LETTURA STORICA

P.BRUEGEL il Vecchio, La Torre di Babele
 

"Una città, ad esempio, acquista complessità non solo dalla lunghezza del tempo vissuto, ma anche e soprattutto dall'aver attraversato momenti storici e culturali diversi, programmi di sviluppo concettualmente differenti e contraddittori, e dalla capacità di vivere simultaneamente queste sfaccettature del possibile. "

C. SODDU - E. COLABELLA , Il progetto ambientale di morfogenesi
 


DALLE ORIGINI AL XX SECOLO

Tentare di stabilire una precisa data attribuibile all'iniziale insediamento delle popolazioni, nello spazio riferibile all'area di New York, non è cosa semplice; non si ha conoscenza del periodo temporale durante il quale alcuni popoli asiatici approdarono nel Nord-Est degli attuali Stati Uniti, oltrepassando lo stretto di Bering.
Ciò premesso, si sà che, nel XVI secolo, tribù di pellerossa, chiamati Algonchini, si stanziarono nell'arcipelago, ma la sola impronta rimasta, riguardo la loro esistenza a New York, è l'etimologia del nome con cui venne designata Manhattan. Quest'ultima, difatti, fu denominata 'Mannahatta' dagli indiani Delaware, che per primi vi abitarono; diversi sono i significati originali che possono essere assegnati a tale nome, tra questi il più probabile è l'isola'.
Il continente venne involontariamente scoperto nel 1492, durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo, ma questi si rifiutò di ammettere che le terre da lui 'trovate' non fossero quelle dell'Asia Orientale.
Occorre arrivare fino al 1524 per pervenire alla scoperta della baia di New York ad opera di Giovanni da Verrazzano, il quale era stato inviato da Francesco I, re di Francia, per adoperarsi nel ricercare un varco, a Nord del nuovo continente, in direzione dell'Asia.
Tale scoperta risultò particolarmente importante, ma non ebbe immediato seguito, fu infatti dopo ben ottanta anni che Henry Hudson, collaborando con la Compagnia delle Indie Orientali olandese, navigò lungo il fiume all'interno della baia.
Anche Hudson, come Verrazzano, intese ricercare un passaggio per l'India e, palesemente, non vi riuscì, poichè da Manhattan, non si può giungere direttamente all'Estremo Oriente. Come era avvenuto per l'America, anche New York fu dunque rinvenuta per caso; circa per cento anni, però, questa baia, non destò l'interesse nè l'attrattiva di alcuno e fu per tale lungo periodo di tempo dimenticata.
La Compagnia delle Indie Occidentali nel 1624 costituì la fondazione, nella penisola di Manhattan, della Nuova Amsterdam ed il primo governatore della medesima, dopo due anni, comprò Manhattan dagli Indiani, determinando così lo stabilirsi in loco di un gran numero di coloni, sia fiamminghi che valloni.
I coloni olandesi accrebbero la ricchezza di Nuova Amsterdam, grazie principalmente alla coltura della pianta del tabacco e al mercato delle pelli; erano nel frattempo giunti gli schiavi, provenienti dall'Africa, i quali venivano sfruttati per i lavori più duri.
La volontà, sia da parte degli Olandesi, che da quella degli Inglesi, di avere la supremazia totale sul luogo, fu sempre più determinata e palesata; furono proprio gli Inglesi a conquistare e detenere la città.
Nel 1664, il duca di York, fratello del re inglese Carlo II, ricevette da quest'ultimo, in dono, una porzione piuttosto ampia del territorio, ivi inclusa Nuova Amsterdam, e ne modificò il nome con quello di Nuova York.
Da questi anni in poi, si ebbe un veloce e solerte sviluppo della città, non solo dal punto di vista demografico -si giunse alla presenza di 5000 persone nel 1700-, ma anche per quanto concerne l'aspetto economico, dovuto maggiormente ad un ampliamento del commercio in ambiti largamente più diversificati.
L'esportazione del grano e dei suoi derivati, della farina soprattutto, divenne, per fare un esempio, così importante e notevole che nello stemma di New York fu riportato il logo, in rappresentazione stilizzata, del mulino e dei barili di farina, posti al di sotto dell'aquila americana. La popolazione urbana è ancora per la maggior parte composta da olandesi, sostanzialmente della 'middle class', ovvero mercanti, imprenditori, proprietari immobiliari.
Questo sviluppo condusse nel 1776 alla costituzione della dichiarazione di indipendenza di New York, unitamente alle altre dodici colonie inglesi e George Washington, nel 1783, entrò trionfante nella città.
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Nel 1789 New York divenne capitale degli Stati Uniti, ma successivamente venne sottratta da questa rappresentatività politica ad opera della città di Filadelfia.
Per tornare ad avere supremazia New York fece perno su un incessante potenziamento ed incremento di tipo economico; durante i primi decenni dell'800, non solo la città accrebbe il suo numero di abitanti fino a 6000, ma divenne il più considerevole porto del paese, costituì un ingente quantità di cantieri navali, industrie tessili ed anche alimentari.
Oltre a ciò, nel 1817, la Borsa, che fino ad allora era stata intrapresa all'aperto, venne trasferita allo Stock Exchange e, un anno dopo, si diede vita al primo legame regolare transoceanico tra New York e Liverpool ed una commissione approntò un piano regolatore planimetrico a scacchiera, allo scopo di fornire la città di un 'migliore assetto urbanistico'.
E' nel 1830 che Manhattan giunse alla soglia di 200000 abitanti e venne aperta la linea ferroviaria tra New York ed Harlem, oltre ad una linea di streetcars.
Il primato di New York divenne incontestabile nel 1860 e la popolazione continuò a crescere in numero, anche a causa del flusso di immigrati provenienti dall'Europa.
A Manhattan si ebbe la necessità di sfruttare il più largamente possibile il suolo edificabile ed alcuni 'proto-grattacieli' e cast-iron fecero la loro comparsa, supportati dall'invenzione degli ascensori.
Agli albori del XX secolo, New York è ormai una città ampiamente sviluppata, a tal punto che, a causa della saturazione dei trasporti pubblici, viene costruita la metropolitana.
La città viene suddivisa in boroughs che comprendono realtà differenti ed una popolazione di 3,5 milioni di persone, da Manhattan-considerata l'area economica ed affaristica e residenziale per le classi più alte ed agiate- a Brooklyn, dal Bronx al Queens e al Staten Island.
New York, nel XX secolo, ha corroborato la sua supremazia ed influenza sulla nazione americana e, non è azzardato dire anche sul mondo intero, fino al 1929, infatti ne è diventata l'epicentro. Nello stesso anno però, il crac della Borsa di Wall Street ha condotto la città ad una depressione economica piuttosto profonda e marcata, sebbene coevi siano stati diversi importanti progetti, quali quello dell'Empire State Building, del Chrysler Building e del ponte sul fiume Hudson.
A metà secolo inizia il declino demografico, che non risparmia neanche Manhattan, e la città viene a trovarsi in una situazione di crisi e degrado, perdutamente fino al 1975, anno in cui si arriva a sfiorare il totale fallimento economico.
Nonostante ciò, è New York a costituire la capitale della cultura e il centro finanziario per eccellenza e a Manhattan si costruiscono grattacieli destinati a mutarne lo skyline.