IDENTITA' COME GRUPPO
 
"Difficile e' credere in una cosa quando si e' soli, e non se ne puo' parlare con alcuno. Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani: che se uno soffre, il dolore e' completamente suo, nessun altro puo' prenderne su di se' una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l' amore e' grande, e questo provoca la solitudine della vita."                     ( D. Buzzati, "Il deserto dei Tartari" )
 
"Dalla cibernetica alla bomba atomica, dai missili nella luna alla procreazione artificiale, i giovani d' oggi han subito una serie di violenze psicologiche che tendono tutte ad annullare l' importanza dell' individuo come essere umano nella realizzazione di programmi ultraterreni e ultraumani.(...) E il conformismo livellatore di una societa' di massa sempre piu' anonima e impersonale li attanaglia e li soffoca, inducendoli a un silenzio inquieto e risentito, carico di rancori e di complessi: un silenzio soprattutto da incompresi."                               ( F. Pivano,1958 )
 
"La moda e' strana. Nel senso che cerchiamo tutti di distinguerci, di esprimere la nostra individualita', eppure siamo tutti uguali. Frequentiamo la gente che si veste come noi. E' una contraddizione.''                        (Chigira Tomomi,studentessa,1998)
 
"Dove nasce il totalitarismo? Dove la voglia di dittatura? E come fanno ad attecchire l' odio e l' intolleranza etnica? (...) La risposta sembra risiedere in una gioventu' neghittosa e conformista, priva d' identita' e incapace di resistere all' informazione faziosa di un regime nascente che veicola odio e purezza etnica attraverso la radio, il mass media dell' epoca."        (commento di Patrizia Rappazzo allo spettacolo teatrale "Gioventu' senza Dio" di Odon von Horvath)
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