Obiettivi soggettivi


Dunque nell'ideazione d'un racconto la prima cosa che mi viene alla mente è un'immagine che per qualche ragione mi si presenta come carica di significato, anche se non saprei formulare questo significato in termini discorsivi o concettuali.
Appena l'immagine è diventata abbastanza netta nella mia mente, mi metto a svilupparla in una storia, o meglio, sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialità implicite, il racconto che esse portano dentro di sé.
Attorno a ogni immagine ne nascono delle altre, si forma un campo di analogie, di simmetrie, di contrapposizioni...


Italo Calvino, Lezioni americane

|   Molteplicità



E così rimanevano: il gomito appoggiato sul tavolino, la sigaretta fra medio e indice, emanando voluttuosi ghirigori; mescolati di miasmi, questo si sa, dei bronchi e dei polmoni felici, mentre che lo stomaco era tutto messo in giulebbe, e andava dietro come un disperato ameboide a mantrugiare e a peptonizzare l'ossobuco.
La peristalsi veniva via con un andazzo trionfale, da parer canto e trionfo, e presagio lontano di tamburo, la marcia trionfale dell'Aida o il toreador della Carmen.


Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore

|   Ironia



Marco entra in una città; vede qualcuno in una piazza vivere una vita o un istante che potevano essere suoi; al posto di quell'uomo ora avrebbe potuto esserci lui se si fosse fermato nel tempo, tanto tempo prima, oppure se tanto tempo prima a un crocevia, invece di prendere una strada avesse preso quella opposta e dopo un lungo giro fosse venuto a trovarsi al posto di quell'uomo in quella piazza.
Ormai da quel suo passato vero o ipotetico, lui è escluso; non può fermarsi; deve proseguire fino a un'altra città dove lo aspetta un altro suo passato o qualcosa che forse era stato un suo possibile futuro e ora è il presente di qualcun altro. I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.


Italo Calvino, Le città invisibili

|   Crocevia del tempo



The Unending Gift

Un pittore ci aveva promesso un quadro.
Ora, in New England, ho saputo che è morto.
Ho sentito, al pari di altre volte, la tristezza di comprendere che siamo come un sogno.
Ho pensato all'uomo e al quadro perduti.
(Solo gli dei possono promettere, perché sono immortali).
Ho pensato a un luogo prefissato che la tela non occuperà.
Poi ho pensato: se stesse lí, sarebbe col tempo una cosa di più, una cosa, una delle vanità o abitudini della casa; ora è illimitata, incessante, capace di qualsiasi forma e qualsiasi colore e non costretta in alcuno.
Esiste, in qualche modo. Vivrà e crescerà come una musica e starà con me fino alla fine.
Grazie, Jorge Larco.
(Anche gli uomini possono promettere, perché nella promessa è qualcosa di immortale).


Jorge Luis Borges, Elogio dell'ombra

|  Promessa



La corsa del desiderio verso un oggetto che non esiste, un'assenza, una mancanza [...] è data più dal ritmo del racconto che dai fatti narrati.

Italo Calvino, Lezioni americane

|   Ritmo