«Sembrano versi del vecchio Bilbo», disse Pipino. «Oppure e´ una tua imitazione? Non molto incoraggiante, comunque».
«Non lo so», rispose Frodo. «Mi sono venuti cosi´ alla mente, ad un tratto, come se li stessi cercando io: ma e´ possibile che li abbia sentiti tanto tempo fa. Certo mi ricordano molto il Bilbo degli ultimi anni prima della partenza. Diceva spesso che la Via e´ unica, ed e´ come un grande fiume: le sue sorgenti si trovano davanti ad ogni soglia, ed ogni sentiero ne e´ l' affluente. ‘‘E´ pericoloso ed impegnativo uscire di casa, Frodo’’ , mi ripeteva sempre. ‘‘Cammini per la strada e, se non fai attenzione, chissa´ fin dove sei trascinato. Ti rendi conto che questo e´ il sentiero che attraversa il Bosco Atro, e che, se non glielo impedisci, ti potrebbe portare fino alla Montagna Solitaria o ancor piu´ in la´, in chissa´ quali posti terribili.’’»
Era giunta la sera, e le stelle scintillavano a oriente mentre i due compagni passavano innanzi alla vecchia quercia e scendevano la collina fra cespugli di nocciole. Sam era silenzioso, profondamente immerso nei ricordi. Ad un tratto si accorse che Frodo canticchiava sommesso la solita marcetta, ma che le parole non erano piu´ le stesse.
Ma cio´ che sentivo di piu´ era il fatto di essere estraneo alla nave; e, se devo dire tutta la verita´, ero, in certo qual modo, estraneo persino a me stesso. [...]
La sensazione di essere un estraneo, che mi toglieva il sonno, aveva determinato quell´ ordine insolito, quasi che in quelle ore solitarie della notte sperassi di prender confidenza con la nave di cui non sapevo nulla, ed equipaggiata con uomini di cui sapevo poco piu´.
L´ uomo vaga sognando in una notte eterna, sotto il cui manto egli pretende di vedere. Tuttavia non vuol vedere che i valori oggettivi e si pone precio´ dei limiti. Quanta piu´ forza egli impiega per impadronirsi degli oggetti come realta´ pratica, tanto piu´ affatica il suo corpo e il suo spirito.