Secondo paradigma
Il catalizzatore č rappresentato dalla figura di un tuffatore.
L'uomo sta iniziando il suo viaggio progettuale entrando a contatto con il mondo esterno
(rappresentato in questo caso dall'acqua).
Gli obiettivi sono distribuiti lungo il suo organismo secondo l'ordine di contatto con
l'acqua.
A | le mani | la scoperta |
B | la spalla | l'imprevedibilitā |
C | la spalla | l'armonia |
D | la testa | l'arte |
EE | il bacino | la navigazione |
F | le ginocchia | la dinamicitā |
G | i piedi | il porto |
Le prime parti del
corpo prese in considerazione sono le mani a cui č
legata l'idea di scoperta. Questa deve avere la prioritā su tutto:
la voglia di scoprire e di conoscere qualcosa di nuovo č sicuramente un buon punto di
partenza.
Mediante le braccia ci colleghiamo alle spalle in cui
ho posizionato altri due obiettivi che considero allo stesso livello pur essendo molto
diversi fra loro (per non dire in alcuni casi antitetici). Questi sono l' imprevedibilitā e l'armonia. La loro coesistenza č mediata da un ulteriore obiettivo ovvero l'arte posizionata nella testa del
tuffatore. Le spalle ( l'imprevedibilitā e l'armonia ) sono collegate al bacino dove ho posizionato la navigazione. A questo punto viene eseguita una introspezione a cui segue, mediante un
ulteriore collegamento, la dinamicitā localizzata nelle ginocchia. Quest'ultima č una tappa di
modificazione che verrā applicata dove possibile. Infine nei piedi del tuffatore č localizzato il porto (ovvero il punto d'arrivo), la fine della mia progettazione, una
crescita di consapevolezza dello spazio.