Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia
1818 c.; olio su tela; cm 94,8x74,8. Amburgo, Kunsthalle.

 

"CHIUDI IL TUO OCCHIO FISICO, COSI' CHE TU POSSA VEDERE IL QUADRO CON L'OCCHIO DELLO SPIRITO. POI PORTA ALLA LUCE DEL GIORNO CIO' CHE HAI VISTO NELL'OSCURITA', COSI' CHE POSSA REAGIRE CON GLI ALTRI, DALL'ESTERNO VERSO L'INTERNO." 


Nell'osservare il quadro sono queste le azioni che ho fatto senza neanche rendermene conto. Ho chiuso gli occhi e ho guardato il quadro immaginandolo e cercando di rappresentarlo con l'occhio del mio spirito, con la mia espressività interiore. E allora e' come se ne avessi creato dentro di me un nuovo. Ho interpretato il paesaggio rappresentato da vari punti di vista, che si sono come disegnati nella mia mente in una determinata successione.
Prima ad occhi aperti ho rivisto il quadro così com'è e ho provato una sensazione di malinconia, di disagio, forse per la presenza di questa figura umana vista di spalle di fronte all'infinito della natura. Quasi come se riflettesse sul senso della vita, che gli avrebbe portato solo dolore.
Poi però chiudendo gli occhi il mio punto di vista e' cambiato ora ero io protagonista di quel quadro e visto che ne ero diventata la "padrona" volevo trasformare quella sensazione di dolore e malinconia (che non mi appartiene e che mi aveva creato disagio) in speranza. E' questa la sensazione che ho provato nell'oscurità del mio occhio chiuso, la speranza in un futuro pieno di novità, di nuove emozioni da scoprire.

Ho riaperto gli occhi e ho portato alla luce del giorno questa mia emozione. E questo passaggio ha cambiato tutto, perchè se vedendolo dall'esterno il quadro non aveva subito alcuna variazione, dentro di me percepivo invece una radicale 
trasformazione....L'uomo visto di spalle sta sorridendo. (nella mia immaginazione) 

Gli artisti del periodo di Caspar David Friedrich stabilirono uno stretto rapporto tra natura e sentimento sia nell'arte visiva che nella letteratura. Il paesaggio era  considerato come uno sfondo naturale su cui proiettare emozioni, passioni, sogni.


CONSIDERAZIONI SUL LAVORO SVOLTO:

Grazie al lavoro svolto durante il
Laboratorio di Disegno Industriale Ambientale 1 ho trovato un metodo di progettazione (sicuramente da approfondire e migliorare) per riuscire a trasformare l'esistente in possibile. 
Ho capito che la progettazione deve essere vista all'interno del campo di trasformazione. Progettare vuol dire trasformare le cose seguendo logiche progressive per regolare il complesso. E nel corso della progettazione (se pur semplice)del mio spazio ho imparato (per esperienza) che non si ottiene mai la certezza dell'opera, mi sono infatti spessissimo imbattuta in correzioni nella formulazione del mio spazio/oggetto per arrivare al meglio, si ha un continuo cambiamento.

Sono partita dalla ricerca di un immaginario di riferimento dopo aver scelto tre aggettivi. Ho definito poi dei codici che sono codici di trasformazione che devono permettere di raggiungere i caratteri espressi con gli aggettivi.Agli aggettivi ho quindi associato processi di trasformazione per intuire delle regole, delle leggi che sono a mio parere più funzionali. In seguito ho scelto il mio catalizzatore (la scala a pioli) come oggetto di riferimento, di partenza, di organizzazione e non di forma; non bisogna infatti affezionarsi alla forma ma al modo per trasformarla attraverso l'utilizzo dei codici. Ho progettato il mio spazio dando molta attenzione ai punti di vista, che possono essere considerati come ipotesi per raggiungere gli obiettivi. Ho creato lo spazio in modo tale che in ogni punto ho una vista dello stesso oggetto diversa.

 

 

 

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