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"Forse credete che sia facile vivere nella mia situazione. Sono una locanda, la locanda Almayer, e come tale sono costretta a stare inchiodata ad un pezzo di terra. Vivo nel mio paese ma in fondo non lo conosco perchè non ho mai potuto visitare i suoi luoghi. Posso solo immaginarlo e vederlo attraverso gli occhi e i racconti della gente che ospito. I miei inquilini sono sempre diversi, vanno e vengono, ma ogni volta mi lasciano qualcosa di molto prezioso:è un ricordo, un pensiero, un racconto per loro insignificante, che mi aiuta a conoscere qualcosa in più. Sicuramente vi state chiedendo come mai io sia "viva". Forse non sapete che tutto quello che vi sta intorno è animato, sì, ha un'anima, e soprattutto può decidere della sua esistenza. se pensate che il crollo di un palazzo sia dovutoalle sue strutture fragili o al caso, vi sbagliate! Siamo noi a decidere cosa fare di noi stessi.Non pensate però che noi vogliamo farvi del male, rendetevi conto che niente dura per sempre. Voi vivete in noi e noi ci appropriamo dei vostri pensieri, dei vostri gesti e delle vostre parole. Ma la nostra "memoria", come la chiamereste voi, non è infinita e così prima o poi, magari dopo dieci giorni o dopo secoli dalla nostra costruzione, "moriamo". So che questo sta per succedere a me ed è per questo motivo che ho deciso di raccontarvi quello che so del mio paese, Sessame, sfruttando le conoscenze che ho appreso in passato e quelle che sto acqisendo in questi giorni grazie ai miei ultimi inquilini. Forse in questo modo vi rimarrà qualcosa di me. Ma non provate pena per la mia situazione: la nostra morte è un sonno dolce e leggero, non fa male e anzi lo aspetto con ansia. Sono già molto stanca...Oggi è il mio ultimo giorno qui...e alla fine di questa giornata mi distaccherò da terra e mi disfarrò in mille pezzi che voleranno leggeri nell'aria e porterò tutto con me, la terra, le parole, le storie, tutto, lontano...chissà dove..."
Locanda Almayer
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