GEP
AD MOC
Un
signore di Cortazzone, Gep ad Moc, amava uscire ogni sera per andare a
giocare
ai tarocchi.
Una
sera uscì per recarsi come al solito all’osteria: era la sera del
giorno
dei morti.
La
sua casa si trovava sulla collina detta “del negro” e per raggiungere
l’osteria
doveva percorrere circa due chilometri.
Dopo
un breve tratto di strada, si trovò nei pressi della chiesa di San
Grato.
Lì dovette fermarsi, perché la strada era occupata da un
piccolo
gregge
di pecore che gli impediva il passaggio. Si guardò intorno
per
vedere
se trovava il pastore, ma non vide nessuno. Guardò ancora:
niente,
solo
le pecore. Poiché non riuscì a superare lo sbarramento
causato dagli
animali,
fu costretto a tornare a casa.
La
moglie gli chiese perché non fosse andato all’osteria a giocare
ai
tarocchi
come suo solito ed egli le spiegò il motivo.
La
donna rise: non poteva credere che per alcune pecore incontrate sulla
via,
egli avesse rinunciato a recarsi al solito ritrovo con gli amici.
Per
dimostrare che quanto aveva raccontato era vero, Gep ad Moc propose ai
suoi
fratelli di seguirlo e tornò verso la piccola chiesa di campagna.
Quando
il gruppetto vi giunse, non c’era neanche l’ombra di una pecora.
Erano tutte
misteriosamente svanite nel nulla……………….. |
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