Natura e paesaggi  
       
E' una bellezza panoramica quella del paesaggio chiaramontano che guarda da lontano l'altopiano ipparino, abbraccia la pianura, i monti che declinano a sud est e i pascoli tagliati dai muri a secco e ornati dai carrubbi. Sembra di ammirare un'oleografia, una composizione naturalistica varia, in cui si trovano vigneti, uliveti, conifere, eucalipti, querce, l'erba verde e rasa dei terreni da pascolo nutrimento delle capre e delle pecore, tagliati da muretti a secco e ornati dai carrubbi.
Le cime dell'Arcibessi superanno la vetta dei 900 metri, mentre i rilievi collinari di Piano Padella non sono superiori ai 260 metri di altitudine.
La flora e la fauna del territorio hanno le spiccate caratteristiche delle terre meridionali e mediterranee.
Anche il clima è tipicamente mediterraneo, ovvero con inverni piovosi e miti e con estati calde. Ma a questa altitudine si accentuano le temperature più basse nei mesi invernali e la frescura costante nei mesi estivi.

Troviamo vari orizzonti climax, sino ai 300 metri quello della Chamaerops humilis, da 300 a 600 l'orizzonte della Ceratonia Siliqua, il carrubo, da 600 a 986 metri l'orizzonte tipico chiaramontano, dei pascoli e delle erbe. Si può dire che nel territorio chiaramontano prevale il suborizzonte montano e submontano che appartiene al climax submediterraneo: vi sono i querceti, che sono associati alle vegetazioni quali le roverelle (quercus pubescens, chiamate in siciliano "cerza"), ai cerri (quercus cerris, in siciliano "cierru") e ai lecci (quercus ilex. Siciliano: ilici), che si alternano ai pascoli naturali ricchi di fiori, agli alberi arbusti, e alle piante erbacee.

Corsi d'acqua

Una delle tre sorgenti del fiume Ippari che era ritenuto sacro nell'antichità (le altre due sorgenti scorgano nel centro di Comiso dalla fonte Diana e in contrada Boscorotondo a Vittoria), nasce in contrada Cifali alle fondamenta della catena montuosa. Anche le acque del Dirillo lambiscono il territorio. Uno dei suoi torrenti, l'affluente Paratore, dopo essere passato attraverso le contrade Dicchiara e Piano dell'Acqua giunge sino all'area di Mazzarronello donde trae il nome.

Il fiume Dirillo,detto anche "Acate", delimita i confini con le province limitrofe di Caltanissetta e Catania e attraversa la pianura non molto estesa della contrada Scornavacche, luogo di notevole interesse archeologico. Accanto alle sponde alberate del fiume , passava la direttrice di penentrazione di Siracusa verso Agrigento. Il fiume riceve le acque dagli affluenti provenienti dalle contrade di Mazzarronello, Serra di Vascelleria e Sperlinga.

In questo percorso dell'alveo fluviale la vegetazione è ancora selvaggia, caratterizzata dalle querce da sughero, dai salici e pioppi, lentischi, frassini e dalla quercia spinosa, mentre il sottobosco è creato da rovi, edere rampicanti e rosmarino.

 
       
  L'Arcibessi  
   
 

La bellezza delle ampie distese di querce che ricoprivano i Monti Iblei, veniva citata da Teocrito nelle sue opere che descrivevano la geografia della Sicilia del passato. Oggi, la bellezza di quei boschi si può ritrovare nel monte Arcibessi, spazio storico di antiche processioni in cui le donne compivano i riti cristianizzati. Il monte Arcibessi appartiene alla diramazione occidentale dei Monti Iblei, la catena di monti che si dispiega in tutta la provincia di Ragusa attraverso calanchi e valli, e giunta nel territorio di Chiaramonte, si innalza sino a raggiungere l'altitudine massima di 906 metri. Quest'area è fruibile per i visitatori, grazie ad una struttura accogliente che è stata creata con panchine e tavoli, ideale per le escursioni domenicali.

Le querce, gli aceri, i salici, le conifere, gli eucalipti, i pini sono le essenze arboree più comuni dell'Arcibessi.
La Sughera, prima, era più imponente. Un tempo i lecci, le roverelle e cerri, e gli allori erano molto più diffusi ai piedi del contrafforte del Monte Arcibessi.

Oggi si sta attuando una politica di forestazione per rendere questi monti ricchi di alberi e vegetazione come nell'antichità. Inoltre il territorio di Chiaramonte ad alto interesse naturalistico, insieme agli altri territori montani della provincia iblea, è già stato inserito nei circuiti naturalistici definiti dal Cai e tracciati in una serie di "sentieri naturalistici" che verranno resi maggiormente fruibili per i turisti.

Alcune formazioni arboree:

La quercia spinosa,(cerza spinusa) che altrove assume le proporzioni di formazione arbustiva qui ha le proporzioni di formazione arborea. La presenza della "quercus coccifera" si riscontra nel bosco e nei pendii collinari di Mazzarronello. Le associazioni vegetali che vi si accoppiano sono l'erica multiflora, il cisto, il rosmarino e la coride di Montepellier.
La sughera, la Quercus suber,(suuru) si trova sempre nel bosco aperto di Mazzarronello insieme al frassino, al salice, al pioppo, al ricino e al tamarice.

La Fauna. Ieri e oggi.

Nelle contrade di Casasia, Mazzarronello, e Dicchiara, i signori aprivano, nei mesi di novembre e dicembre, le grandi cacce ai cinghiali, i daini e le capre selvatiche. A quell'epoca la selvaggina quadrupide era assai poderosa e la vita selvatica molto diffusa. Qui nidificava anche l'aquila reale. Alcune specie si sono estinte, ma la conservazione e il recupero del paesaggio, mira al recupero dellla ricchezza faunistica.

Nei terreni incolti e nei pascoli naturali con la flora spontanea rappresentata prevalentemente dalle piante erbacee leguminose, vivono oggi i quadrupedi più comuni, le pecore, le capre e le mucche.

Sulle dorsali delle rocce il rivestimento tipico è la vegetazione di strama e coriacea. Qui troviamo gli esemplari dei falconiformi, i platani orientali e gli ornielli .