Gastronomia e prodotti tipici  
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Il sublime della gastronomia

 
 
 
Siamo nella terra dell'olio, nella terra madre di una tradizione culinaria ricca di sapori e profumi. Qui le olive, che da sempre costituiscono la maggiore e qualitativamente superiore fonte di grassi della cucina locale e mediterranea danno con il loro succo prezioso un tocco sacrale a tutte le preparazioni alimentari.
   
Nel periodo in cui Chiaramonte festeggia la sua Madonna di Gulfi, quando la statua sale dal santuario alla chiesa madre , la gente fa una "scampagnata" e come accadeva un tempo, gusta le frittate con le fave cucinate con gli asparagi o con la ricotta.

Le costate ripiene, la salsiccia cucinata in mille modi, i dolci di miele e tutti i piatti tipici della cucina iblea a Chiaramonte hanno un gusto in più: come nella storia, anche nella gastronomia questo popolo unisce la sapienza contadina agli influssi saraceni, iberici, allo stile e all'eleganza del classico.

"La moglie dell'agricoltore impasta il pane ogni sabato, ma aimè! due terzi di quel pane ogni lunedi prima dell'alba son posti nella sacchina del marito; una terza parte, e in questo è compreso anche il cruschello, resta per consumo della famiglia le bocche son copiose oltre il bisogno. Il marito durante il giorno si nutre di solo pane, accompagnato, e non sempre, da una mezza cipolla, o da tre o quattro olive; e quando difetta persino di sì magro companatico, asperge sul pane un pizzico di zenzero, che porta con sè in un recipiente di canna; alla sera si sfama con una minestra di fave, alle quali si smussa il guscio, e che in dialetto chiamansi pizzicati La moglie e i figli, pei quali il pane è spesso oggetto di lusso, durante l'inverno si sfamano con carrube, in primavera con erbe selvatiche, in autunno coi frutti dei ficodindia" da "L'antico Carnevale della Contea di Modica" di Serafino Amabile Guastella
La cucina chiaramontana ricca e gustosa è a portata di tutti. E questo realistico brano del Guastella che disegnava uno spaccato di vita rurale del secolo scorso, rimane solo un ricordo della memoria storica degli anziani. Come nel passato però la genuinità e i sapori sono rimasti eguali.

Alcune ricette e suggerimenti

Con l'arrivo del mosto, si fanno i "mustazzola" e così inizia il periodo in cui si mangia il maiale, la pasta di casa, le focacce, i pastizzi, i dolci di mosto e di miele, i biscotti di mandorle. Tutte queste prelibatezze e molte altre si trovano a Chiaramonte ...

 
(La ricetta dei Puristi)
La carne in gelatina è la portata più caratteristica di Chiaramonte. Nel Medioevo era un piatto assai diffuso e costituiva un gustoso ed energetico intervallo (l'entremets), fra i vari cibi.

La carne è senza limone, ma con arance amare e foglie di alloro.

I pezzi della carne si legano con lo spago e si dosa 3 parti di acqua e una parte di aceto;sale a piacere quanto basta; si assaggi e se è forte di aceto vi si aggiunge ancora acqua. L'indomani si leva il grasso nel gelo e si mette nella casseruola; prima di bollire si stringe un poco di zafferana in una pezzuola e un bianco d'uovo battuto. Appena incomincia a bollire, subito si leva dal fuoco e vi si toglie il bianco d'uovo. Dopo si filtra due volte nel tovagliolo; quando raffredda troppo si può riscaldare per così filtrare meglio. Si ricorda che per metterlo nei piatti deve essere freddo.

(N.b. La carne si mette la sera avanti nei recipienti con acqua e sale, l'indomani si lava con acqua calda e si raschia, si lava per diverse volte finchè l'acqua è pulita.)

La potete assaporare da "Majore" 0932/928019, Via Martiri Ungheresi 12. Chiaramonte Gulfi.

   
 
(Cavatelli con il sugo di maiale)

Ingredienti: una cipolla; carne di maiale; una o due patate; 1 kg di farina; 4 uova; un pò di sale; estratto di pomodoro,q.b.

Modo di operare
Soffriggete la cipolla fatta a pezzettini sino a farla dorare. Dopo aver fatto rosolare la carne di maiale, unitela alla cipolla e al concentrato sciolto in acqua tiepida, aggiungendo la quantità d'acqua necessaria per ultimare la cottura. Regolate la sapidità e fate cuocere tutto in un'unica pentola per 45 minuti. A metà cottura aggiungete una o due patate di media grandezza.

I cavatieddi sono un tipo di pasta assai caratteristica, la cui bontà dipende, oltre che dalla laboriosità della preparazione, dai puri ingredienti che la compongono, come la farina unica di questa terra. Il modo migliore per assaporarli è venire a Chiaramonte.

Li potete gustare al ristorante "L'Antica Stazione" 0932/928083, contrada Santissimo S.P.Chiaramonte-Ragusa.

   
 

Ingredienti: 500 grammi di riso; 10 cucchiai di olio extravergine di Chiaramonte; 4 cucchiai di vino bianco secco; 300 grammi di salsiccia chiaramontana; caciocavallo grattugiato "Ragusano"; cipolla, brodo di salsiccia e carne di maiale; pepe nero in polvere.

Modo di operare
Cucinare la salsiccia rosolata nell'olio, con l'aggiunta di vino e da salare e pepare al termine della cottura, lasciando il coperchio chiuso per fare formare il brodo. Si può aggiungere, per dare sapore al brodo, qualche pezzo di braciola di maiale. Mettere da parte il brodo caldo. Imbiondire la cipolla ( preferibilmente la cipolla di Giarratana) e versare a poco a poco il riso asciutto nella pentola con questo condimento. Girare continuamente il riso, versando contemporaneamente anche il brodo, con una "cucciara ri lignu", il mestolo, per non farlo attaccare al fondo. Aggiungere dopo 10 minuti la salsiccia tagliata a pezzettini. Quando il riso, sempre al dente, è cucinato e assume un aspetto cremoso, aggiungere una bella spolverata di caciocavallo e servire ben caldo.

Si può gustare al ristorante Akrille Klan, 0932/928477, C.da Mulinello, Chiaramonte Gulfi.

   
 

Scegliere le olive verdi, lavarle e metterle in acqua per ventiquattro ore ; quindi toglierle dall'acqua e metterle in salamoia. Togliere dalla salamoia le olive da condire e sgocciolare. Prenderne un pugno per volta , avvolgerle in un canovaccio e quindi pestarle con una pietra, senza triturarle, ma dando un colpetto per ciascuna oliva in modo tale da rendere facile l'asportazione dell'osso. Una volte snocciolate si aggiungono delle foglie di menta, aglio e peperoncino rosso intero; riporle in una boccia di vetro e condire con aceto e olio d'oliva.(foto Iacono olive e illustrazione Provincia) Possono essere consumate così oppure conservate, con cura di mescolarle ogni tanto, per evitare che si formi la muffa nella superficie. Si possono aggiungere anche gambi di sedano.

Le potete trovare nella azienda conserviera dei Fratelli Iacono 0932/926166, contrada Dicchiara 69 Chiaramonte Gulfi.

   
 

Ingredienti (dose per 30-35): 1 kilo di miele di carrubo. Un litro e 250 cc d'acqua; gr.100 di mandorle abbrustolite; farina tipo 0; cannella.

ingredienti per il ripieno: gr 300 di mandorla; gr.300 di zucchero; limone grattugiato, cannella.

Preparazione:Fare cuocere il vino cotto e l'acqua, un po prima dell'ebollizione diminuire la fiamma e aggiungere la farina, girando sempre con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una pasta morbida da poter lavorare. Disporre l'impasto ottenuto su una spianatoia e lasciare raffreddare. Fare delle strisce lavorando la pasta sulla spianatoia unta di olio, tagliarle a pezzi e dare loro una forma ovale, passarle al pettine, piegarle a metà, sistemarle nelle piastre oleate e infornate a 200 per circa 10 minuti. Preparare il ripieno amalgamando gli ingredienti a fuoco lento con poche gocce d'acqua. Farcire i dolci ancora tiepidi con il ripieno e condire con la mandorla abbrustolita tritata grossolanamente e cannella.

Il raro miele di carrubo si trova alla Mieliblea, 0932/926206, C.da Cantonazzo, Monterosso Almo.

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