LA STORIA
Chiaramonte Gulfi
è nata con gli
arabi,
ma non bisogna dimenticare
che è stata anche
culla dei greci con
l'antica "Acrillai", una
gloriosa città che sorgeva
nella pianura lungo la
direttrice che collegava Siracusa ad Agrigento,
descritta nell'Itinerarium
Antonini, e sita accanto alle rive del fiume Dirillo.
In età preistorica
questo territorio è stato ricco di insediamenti dell'età
del bronzo, del ferro e dell'epoca tardo-antica.
Disseminate ovunque,
nelle varie contrade
sono
venute alla luce stazioni
preistoriche
risalenti all'età
del Bronzo e all'età del Ferro. Sono state
ritrovate necropoli, abitati
preistorici e abitati greci arcaici. Ma il sito archeologico
più importante
è quello di Scornavacche i cui reperti sono conservati nel museo
archeologico di Ragusa.
Le necropoli
ritrovate nel territorio
dell'odierno centro di
Chiramonte,
come quelle di San Nicolò
di Giglia e Sant' Elena,
testimoniano la passata
esistenza di "stazioni itineranti" lungo
questa via interna che
collegava Agrigento alla costa orientale
della Sicilia.A questi
antichi culti si collegano i riti cristianizzati ancora in voga
nell'800, come quello
descritto dal Guastella, sulla cerimonia compiuta dalle contadine di
Chiaramonte, che il primo
di febbraio si recavano nella cima dell'Arcibessi, alla vigilia della Maria
della Purificazione.
L'attuale tessuto
urbano nacque nel 1300,
dopo la distruzione efferata
della città
compiuta dagli Angioini
nel 1299. Fu la famiglia
dei Chiaramonte ad attribuire
il nome del proprio casato alla città.
Fu fortificata dopo la
cacciata dei francesi con un castello. La fortezza
riportava tre porte di
accesso, di cui una, la Porta Nord Ovest dell'Annunziata è ancora
straordinariamente intatta.