Il Liberty
a Milano nasce influenzato dalla mentalità illuministica acquisita
dalla cultura locale durante il lungo dominio austro-ungrico e anche per
questo motivo può proprio essere definito con il termine di "eclettismo".
Il movimento ha
dunque origini anglosassoni e deve il proprio nome ad Arthur Lasenby Liberty
che per primo in Europa riuscì a portare in auge il gusto per ornamenti
floreali attinti da stilemi orientali.
Le tecnologie
nuove, unite alle sostanziose possibilità economiche della borghesia,
favorirono il rapido sviluppo di questo stile.
Il misticismo,
il simbolismo, l'asimmetria, le controregole, l'organicità, l'orientalismo,
entrarono così a far parte della "nuova natura" delle nuove idee
costruttive, dell'arte, della decorazione.
L'esposizione
di Milano del 1906 confermò l'attenzione verso le nuove tendenze
europee sull'uso dei nuovi materiali uniti alle tecnologie d'avanguardia.
Alle radici dell'Eclettismo
vi è una impostazione naturalistica, del pensiero ottocentesco,
la fiducia del processo scientifico, l'esigenza di dare forma alle istanze
civili espresse dalla nuova borghesia industriale.
Il lungo periodo
classicheggiante lascia il posto all'abbandono delle ornamentazioni floreali,
le costruzioni caratterizzate dalla volontà "modernista" recuperano
segni neogotici, neobarocchi, neoromantici.
Milano può
essere definita "una città in perenne divenire":il suo volto pur
"sfigurato" riesce ancora a rivelare tracce cospicue, cariche di interesse
artistico-storico dato dalle epoche più diverse e dagli stili più
vari.