"Ciò che conta é comunicare l'indispensabile lasciando perdere tutto il superfluo, ridurre noi stessi a comunicazione essenziale , a segnale luminoso"

ITALO CALVINO, Il guidatore notturno, Ti con zero, 1967

Alessandro Floris matricola 174207

corso di RILEVAMENTO E RAPPRESENTAZIONE prof. Celestino Soddu

OSSERVAZIONE

Io penso che l'architettura sia fatta per gli occhi, ancor prima che per il corpo. E che essa stessa debba possedere occhi. Poiché lo "spazio a misura d'uomo" altro non é se non il solo espediente per produrre in noi la sensazione di essere osservati (vita). Con ciò non dico che l'architettura debba essere grande, ma che debba piuttosto rendere piccolo l'uomo, affinché in esso si confondano terribilmente il disagio che la sensazione comporta e il piacere, sottile e perverso, di comunicare in uno spazio siffatto. E' questo ciò che io intendo ed apprezzo in un'architettura (e nello spazio da essa prodotto in negativo) : la capacità di umiliare ed esaltare la mia immensa piccolezza.

alessandro floris

IMMAGINE

L'immagine prescelta per l'elaborazione progettuale in senso futurista é il dipinto di Boccioni "Stati d'animo:gli addii" del 1911.

Di seguito riporto i primi schizzi di interpretazione dell'opera di Boccioni. Sono semplici appunti di "inizio lavori" in cui si cerca di sottolineare i motivi di continuità e di fluidità che intercorrono fra le diverse linee direttrici dell'opera. Si tratta di rapporti di tangenza che legano strutturalmente le diverse parti dell'opera in un unicum di linee e di colore, principio primo per la creazione del VOLUME.