« Il futurismo, nel suo programma totale, è un'atmosfera d'avanguardia, è la parola d'ordine di tutti gli innovatori o franchi-tiratori intellettuali del mondo: è l'amore del nuovo; l'arte appassionata della velocità; la denigrazione sistematica dell'antico del vecchio, del lento, dell'erudito e del professorale; è un nuovo modo di vedere il mondo; una nuova ragione di amare la vita;un'entusiastica glorificazione delle scoperte scientifiche e del meccanismo moderno; una bandiera di gioventù e di forza, di originalità ad ogni costo; un colletto d'acciaio contro l'abitudine dei torcicolli nostalgici; una mitragliatrice inesauribile puntata contro l'esercito dei morti, dei podagrosi e degli opportunisti, che vogliamo esautorare e sottomettere; è una cartuccia di dinamite per tutte le rovine venerate.La parola futurismo contiene la più vasta formula di rinnovamento, quella che, essendo ad un tempo igienica ed eccitante, semplifica i dubbi, distrugge gli scetticismi e raduna gli sforzi in una formidabile esaltazione.

Tutti gli spiriti novatori s'incontreranno sotto la bandiera del futurismo, perché il futurismo proclama la necessità di andare sempre avanti e perché propone la distruzione di tutti i ponti offerti alla vigliaccheria.

Il futurismo è l'ottimismo artificiale opposto a tutti i pessimismi cronici, è il dinamismo continuo, il divenire perpetuo e la volontà instancabile.

Il futurismo non è dunque sottoposto alle leggi della moda né al logorio del tempo, non è una chiesuola né una scuola, ma piuttosto un grande movimento solidale di eroismi intellettuali nel quale l'individuo è nulla, mentre la volontà di rinnovare è tutto ».

Filippo Tommaso Marinetti, Noi futuristi, Milano 1917

Nei primi anni '10 il futurismo si presenta come "il prototipo dell'avanguardia: gruppo fondato sulla tendenziale affinità elettiva dei componenti e provvisto di una ideologia globale, artistica ed extra-artistica, abbracciante tutti i settori dell'esperienza, dall'arte alla politica, dalla morale

al costume".

Luciano De Maria , ff , voce "Filippo Tommaso Marinetti"

Canale di comunicazione prediletto delle sue enunciazioni teoriche è il 'Manifesto', enunciato teorico che nelle mani dei futuristi assume toni incandescenti e terroristici,

stampato su quotidiani, riviste, depliant, cataloghi e volantini con la precisa volontà di occupare tutti gli spazi informativi possibili.

Obbiettivo dei futuristi è la provocazione sistematica ed iconoclasta nell'ottica dello svecchiamento dal retaggio 'passatista' e dell'affermazione di una nuovissima sensibilità estetica adeguata alla nascente Civiltà delle Macchine, vista come nuova Musa ispiratrice di nuove ed inedite forme di rappresentazione visuale, musicale e letteraria.

Movimento di iniziale ispirazione ,anarchico-socialista, programmaticamente interventista, dopo la Grande Guerra subisce una involuzione in senso reazionario, finendo con

l'identificarsi (dopo averla, in alcuni casi, ispirata) con l'ambigua politica del regime fascista, sempre sospesa tra 'modernismo' e 'passatismo': un regime di cui tuttavia rappresentò sempre "l'estrema sinistra" in chiave estetica

e cosmopolita, contraria ad ogni forma di razzismo e di retorico culto del passato.

« [...] Ci opponete delle obiezioni?... Basta! Basta! Le conosciamo... Abbiamo capito!... La nostra bella e mendace intelligenza ci afferma che noi siamo il riassunto e il prolungamento degli avi nostri. - Forse!... Sia pure!... Ma che importa? Non vogliamo intendere!... Guai a chi ci ripeterà queste parole infami! Alzate la testa!... Ritti su la cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!... ».

F. T. Marinetti, Fondazione e manifesto del futurismo, Le Figaro 20/2/1909

Previous Home