Costruzione di un museo futurista

Esposizione permanente
di Pittura e Scultura
Futurista


Il Nuovo Museo Virtuale Futurista rappresenta, di per sè, un luogo dello spazio riconoscibile in n-modi quante sono le enne possibilitˆ di leggere le sue dimensioni. Partendo da SPAZIO SCENICO POLIDIMENSIONALE, dipinto di Prampolini del 1925, cioè da uno spazio bidimensionale, si cerca di ricostruire uno spazio tridimensionale, fruibile nonchè virtuale. Da questo, con procedimento frattale, si ritorna alla bidimensionalitˆ delle tele futuriste ivi esposte, a loro volta godibili sia nelle due che nelle tre dimensioni, in un eterno e pulsante passaggio dimensionale dal contenitore all'oggetto, che a sua volta diventa contenitore di altri oggetti o dello stesso contenitore primitivo. Si arriva così alla creazione di uno spazio polidimensionale completo in sè, come una bottiglia di MOEBIUS.

 

PRAMPOLINI, Spazio scenico polidimensionale, 1925

Elaborazione 1: negativo

Elaborazione 2: contorni

Elaborazione 3: individuazione dei punti nodali
Elaborazione 4: ricostruzione vettoriale (formato EPS - 2D)
 
Questa è ora la fase più delicata, in quanto è necessario passare manualmente, tramite un opportuno procedimento geometrico, dalla prospettiva "purificata", costituita solo da elementi lineari, all'assonometria cavaliera. Quest'ultima,essendo indipendente dall'osservatore, permette una trasposizione "oggettiva" all'interno di un qualsiasi programma CAD, con il quale è finalmente possibile domare e manipolare nello spazio l'oggetto del Prampolini con una facilità forse superiore a quella della mente dello stesso creatore.
 
 
Elaborazione 5: ricostruzione wireframe (posizione anamorfica):ecco il disegno formato da entità geometriche tridimensionali, che nella posizione anamorfica da cui si era scelto, a priori, di partire riflette esattamente il disegno bidimensionale iniziale. questo verifica la correttezza del procedimento seguito.
 
 
Elaborazione 6: questa immagine è stata resa con un algoritmo di rendering stereo. Questo significa che se si utilizzano i classici occhialini 3D (per intendersi quelli con una lente rossa e una azzurra, del tipo di quelli che andavano nei cinema qualche anno fa), questa immagine, di per sè bidimensionale, risulterà tridimensionale grazie a delle differenze cromatiche, che sulla nostra retina fanno materializzare la tanto sospirata terza dimensione.
 
 
Elaborazione 7: rendering fotorealistico con algoritmo di phong e antialiasing. Il cielo nuvoloso, posizionato sullo sfondo, aumenta la sensazione di realismo.
 
 
Elaborazione 8: rendering di tipo ray-tracing caratterizzato da luce solare e ombre proprie e portate. Ciò conferisce all'immagine una notevole profondità.
 

INDICE

PAGINA PRECEDENTE

PAGINA SUCCESSIVA