Qualunque cosa ci richiama l'idea dell'infinito è piacevole per questo, quando anche non per altro.Così un filare o un viale d'alberi di cui non arriviamo a scoprire il fine. Questo effetto è come quello della grandezza, ma tanto maggiore quanto questa è determinata, e quella si può considerare come una grandezza incircoscritta. Ci piacerà anche più quel viale quanto sarà più spazioso, più se sarà scoperto, arieggiato e illuminato, che se sarà chiuso al di sopra, o poco arieggiato, ed oscuro, almeno quando l'idea di una grandezza infinita che ci deve presentare deriva da quella grandezza che cade sotto i sensi, e non è opera totalmente dell'immaginazione, la quale come ho detto, si compiace alcune volte del circoscritto, e di non vedere più che tanto per potere immaginare ec. (25 Luglio 1820)

Come un filare d'alberi dove la vista si perda, così per la stessa ragione è piacevole una fuga di camere, o di case, cioè una strada lunghissima e drittissima, e composta anche di case uguali, perchè allora il piacere è prodotto dall'ampiezza della sensazione; laddove se le case sono di diversa forma, altezza ec. il piacere della varietà sminuzzando la sensazione e trattenendola sui particolari, ne distrugge la vastità. Quantunque anche della molteplice varietà si può fare una sensazione vasta e indefinita, quand'ella fa che l'animo non possa abbracciar tutta la sensazione delle grandi e numerose diversità che vede e sente in un medesimo tempo (3 Ottobre 1821)

G. Leopardi "Zibaldone di pensieri"