Corso di disegno e rappresentazione I LUOGHI DI LEOPARDI INDICE

Il Testo

L'Infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa quiete, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Da: La sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero,...Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,...
...E fieramente mi si stringe il core,...
...Ecco è fuggito
Il dì festivo,...Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi?...
...Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri...
...Già similmente mi stringeva il core.


L'ipotesi

L'Uomo tra Realtà e Immaginazione