POLITECNICO DI MILANO

Facolta' d' architettura

 

CORSO DI DISEGNO E RAPPRESENTAZIONE

studente: MARENZI DIEGO mat. 177809

 

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IL SABATO DEL VILLAGGIO

La donzelletta vien dalla campagna,

in sul calar del sole,

col suo fascio dell'erba; e reca in mano

un mazzolin di rose e di viole,

onde, siccome suole,

ornare ella si appresta

dimani, al di di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine

su la scala a filar la vecchierella,

incontro la dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai di della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella

solea danzar la sera intra di quei

ch'ebbe compagni dell'eta'piu' bella.

Gia' tutta l'aria imbruna,

torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre

giu' da' colli e da' tetti,

al biancheggiar della recente luna.

Or la squilla da' segno

della festa che viene;

ed a quel suon diresti

che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando

su la piazzuola in frotta,

e qua e la' saltando,

fanno un lieto rumore:

e intanto riede alla sua parca mensa,

fischiando, il zappatore,

e seco pensa al di' del suo riposo.

Poi quando intorno e' spenta ogni altra face,

e tutto l'altro tace,

odi il martel picchiare, odi la sega

del legnaiuol, che veglia

nella chiusa bottega alla lucerna,

e s'affretta, es'adopera

di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Questo di sette e' il piu' gradito giorno,

pien di speme e di gioia:

diman tristezza e noia

recheran l'ore, ed al travaglio usato

ciascuno in suo pensier fara' ritorno.

Garzoncello scherzoso,

cotesta eta' fiorita

e' come un giorno dall'egrezza pieno,

giorno chiaro, sereno,

che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio; stato soave,

stagion lieta e' cotesta.

Altro dirti non vo'; ma la tua festa

ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

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