"IL TRAMONTO DELLA LUNA"    

Quale in notte solinga,

sovra campagne inargentate ed acque,

là 've zefiro aleggia,

e mille vaghi aspetti

e ingannevoli obbietti

fingono l'ombre lontane

infra l'ombre tranquille

e rami e siepi e collinette e ville;

giunta al confin del cielo,

dietro Appennino od Alpe, o del Tirreno

nell'infinito seno

scende la luna; e si scolora il mondo;

spariscon l'ombre, ed una

oscurità la valle e il monte imbruna;

orba la notte resta,

e cantando, con mesta melodia,

l'estremo albor della fuggente luce,

che dianzi gli fu duce,

saluta il carrettier della sua via;

.....

Voi, collinette e piagge,

caduto lo splendor che all'occidente

inargentava della notte il velo,

orfane ancor gran tempo

non resterete; che dall'altra parte

tosto vedrete il cielo

imbiancar novamente, e sorger l'alba:

alla qual poscia seguitando il sole,

e folgorando intorno

con sue fiamme possenti,

di lucidi torrenti

inonderà con voi gli eterei campi.

Ma la vita mortal, poi che la bella

giovinezza sparì, non si colora

d'altra luce giammai, ne' d'altra aurora.

Vedova è insino al fine; ed alla notte

che l'altre etadi oscura,

segno poser gli Dei la sepoltura.

(G.Leopardi)