"L'Infinito"
(G. Leopardi)
Sempre caro mi fu
quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dall'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi al di là da quella, e sovrumani silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio e questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare. |
...la siepe impedisce allo sguardo
la vista dell'orizzonte... schermo ...dietro lo schermo regna il silenzio, la quiete... dimensioni orizzontali: silenzio quiete ...rottura del silenzio: vento rianima per un attimo il silenzio in moto: stormir suon ...silenziosa e rassegnata accettazione della morte |