Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

 

Vecchierel bianco, infermo,

mezzo vestito scalzo,

con gravissimo fascio in su le spalle,

per montagna e per valle,

per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,

al vento, alla tempesta, e quando avvampa

l'ora, e quando poi gela,

corre via, corre, anela,

varca torrenti e stagni,

cade, risorge, e pił e pił s'affretta,

senza posa o ristoro,

l'acero, sanguinoso; infin ch'arriva

colą dove la via

e dove il tanto affaticar fu volto:

abisso orrido, immenso,

ov'ei precipitando, il tutto obblia.

Vergine luna, tale

č la vita mortale.

 

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