L'INFINITO

 

 

Sempre caro mi fù quest'ermo colle
E questa siepe, che da tanta parte
Dell' ultimo orizzonte, lo sguardo esclude
Ma sedendo e mirando interminati spazi
Di la da quella , e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura.e come il vento
Odo stormnir tra queste piante,io quello
Infito silenzio a questa voce vo comparando:
E mi sovien l'eterno
E le morti stagioni,e la presente
E viva, e il suon di lei.così tra questa
Immensità s' annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

                                                                                      G. LEOPARDI

 

 

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