GIACOMO LEOPARDI
Recanati 1798 - Napoli 1837


Giacomo Leopardi può essere considerato il maggior lirico romantico italiano, anche se non aderì mai esplicitamente alla poetica romantica, assumendo all'interno della cultura del tempo, una posizione molto originale. Nella sua opera la poesia non è scindibile dalla filosofia. Negava l'esistenza di qualsiasi Dio e concepiva l'Universo come pura materia. La vita non era altro che nascita, trasformazione, morte.
Nacque nel 1798 a Recanati, piccolo centro dello Stato Pontificio, da una famiglia nobile e circondato da un ambiente chiuso e reazionario. Dotato di sensibilità e precocità straordinarie, il futuro poeta sentì ben presto il peso insopportabile di questa situazione di arretratezza. Si rifugiò nello studio, l'unica attività che gli permettesse di evadere con lo spirito e di sfuggire dalla noia e dalla disperazione e, a soli dieci anni, si immerse autodidatta nella ricca bilbioteca paterna. e scrivendo numerose opere eruidte, in prosa e in versi. Trascorse così sette anni di studio "matto e disperatissimo", come egli stesso li definì, in cui, fu definitivamente minata la sua gracile costituzione fisica (era affetto da una deviazione della spina dorsale, da un disturbo agli occhi e da una malattia nervosa). Tra il 1815 e il 1819, visse un periodo di profonda crisi, in cui la sofferenza fisica si univa il tragico sentimento della propria esistenza vuota. Rifiutò l'ambiente di Recanati, da cui la famiglia gli impediva di allontanarsi. Cercò esperienze umane più ricche e così strinse amicizia con il letterato Pietro Giordani. Intervenne a distanza sul dibattito classico-romantico affermando il primato dei classici ma rivelando una eccezionale sensibilità romantica. Verso il 1819 si verificò una profonda svolta nel suo pensiero. Abbandonò gli studi per dedicarsi alla composizione poetica. Nel 1822 si recò a Roma per un breve soggiorno. In seguito e fino al 1830 akternò presenze a Recanati con soggiorni più o meno prolungati in diverse città italiane. Fu a Milano, Bologna, Pisa, Firenze. Nel 1831 lasciò per sempre Recanati e andò a vivere a Roma in compagnia di un amico napoletano conosciuto a Firenze. Nel 1833 si traferì con lui a Napoli, dove visse gli utlimi anni della sua vita, sempre più sofferente, assistito dall'amico e dalla sorella di lui. Morì nel 1837.


La maggiore opera poetica leopardiana è raccolta ne I CANTI, pubblicata in diverse edizioni (1831, 1835, 1845) in cui sono comprese poesie scritte dal 1818 fino alla morte del poeta. Da questa raccolta i maggiori capolavori: i cosiddetti IDILLI (L'Infinito, La sera del dì di festa, Alla Luna, Il sogno, La vita solitaria) scritti fra il 1819 e il 1821;un gruppo di poesie scritte tra il 1828 e il 1830 chiamate GRANDI IDILLI (Il Risorgimento, A Silvia, Il passero solitario, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia); le ultime poesie (Amore e morte, A se stesso) e La Ginestra del 1836.
La maggiore opera in prosa di Leopardi è costituita dalle OPERETTE MORALI scritte nel 1824. Ci sono inoltre due raccolte di pensieri e meditazioni filosofiche: lo Zibaldone e i Pensieri, questi ultimi pubblicati postumi nel 1845.