"...E tornando a parlare della solitudine,

appare sempre più evidente che in fondo

non è cosa che si possa prendere o lasciare .

Noi siamo soli.

Possiamo ingannarci su questo, e fingere che non sia così.

Nient'altro.

Ma quanto è meglio renderci conto che lo siamo,

e anzi partire da questo.

Allora certo saremo presi da vertigine;

poichè tutti i punti sui quali il nostro sguardo soleva riposare ci sono tolti,

non vi è più nulla di vicino,

e ogni lontananza sfuma nell'infinito.

Chi dalla sua stanza,

quasi senza preparazione e progressione, venisse posto sulla cima di un'alta montagna,

dovrebbe provare un sentimento affine:

una insicurezza senza pari,

un senso di abbandono indicibile lo annienterebbe.

Gli parrebbe di cadere

o si crederebbe scagliato nello spazio o dilaniato in mille pezzi:

quale enorme menzogna dovrebbe inventare la sua mente

per ritrovare e chiarire lo stato dei suoi sensi.

Così muta, per colui che diviene solitario,

ogni distanza,ogni misura;

....e come l'uomo in cima al monte si creano allora inusitate fantasie e strane sensazioni."

 

RAINER M. RILKE

 

HOME PAGE