ALCETA

Odi, Melisso: io vo' contarti un sogno

Di questa notte, che mi torna a mente

In riveder la luna. Io me ne stava

Alla finestra che risponde al prato,

Guardando in alto: ed ecco all'improvviso

Distaccasi la luna; e mi parea

Che quanto nel cader s'aprossimava,

Tanto crescesse al guardo; infin che venne

A dar il colpo in mezzo al prato; ed era

Grande quanto una secchia, e di scintille

Vomitava una nebbia, che stridea

Si forte come quando un carbon vivo

Nell'acqua immergi e spegni. Anzi a quel modo

La luna, come ho detto, in mezzo al prato

Si spegnava annerendo a poco a poco,

E ne fumavan l'erbe intorno intorno.

Allor mirando in ciel, vidi rimaso

Come un barlume, o un'orma, anzi una nicchia

Ond'ella fosse svelta; in cotal guisa,

Ch'io n'agghiacciva; e ancor non m'assicuro.

 

MELISSO

E ben hai che temer, chè agevol cosa

Fora cader la luna in sul tuo campo.

 

ALCETA

Chi sa? non veggiam noi spesso di state

Cader le stelle?

 

MELISSO

Egli ci ha tante stelle,

Che picciol danno è cader l'una o l'altra

Di loro, e mille rimaner. Ma sola

Ha questa luna in ciel, che da nessuno

Cader fu vista mai se non in sogno.

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