I luoghi di leopardi
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Metro : canzone libera di endecassillabi e settenari
Passata e' la tempesta :
odo augelli far festa , e la gallina ,
torna in su la via ,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe la' da ponente , alla montagna ;
sgombrasi la campagna ,
e chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra , in ogni lato
risorge il mormorio
torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo ,
con l'opra in man , cantando ,
fassi in su l'uscio ; a prova
vien fuori la femminetta a cor dell'acqua
della novella piova ;
e l'erbaiuol rinnova
di sentiero in sentiero
il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna , ecco sorride
per li poggi e le ville. Apre i balconi ,
apre terrazzi e logge la famglia :
e , dalla via corrente , odi lontano
tintinnio di sonagli ; il carro stride
del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Si' dolce , si' gradita
quand'e' , com'or , la vita ?
quando con tanto amore
l'uomo a' suoi sudi intende ?
quando de' mali suoi men si ricorda ?
Piacer figlio d'affanno ;
gioia vana , ch'e' frutto
del passato timore , onde si scosse
e pavento' la morte
chi la vita abborria ;
onde il lungo tormento ,
fredde , tacite , smorte ,
sudar le genti e palpitar , vedendo
mossi alle nostre offese
folgori , nembi e vento.
O natura cortese ,
son questi i doni tuoi ,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
e' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano ; il duolo
spontaneo sorge ; e di piacer , quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno , e' gran guadagno. Umana
prole cara agli eterni ! assai felice
se respirar ti lice
d'alcun dolor : beata
se te d'ogni dolor morte risana.