Sempre caro mi fu quest'ermo colle
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante,
Io quello infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva il suon di lei. Cosi tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
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La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani al di di festa, il petto e il crine...
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D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando non vai finchè non more il giorno
Ed essa l'armonia per questa valle...
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... Universale amore
Ferrate vie, molteplici commerci
Vapor, tipi, e cholera, i più divisi
popoli chini stringeranno insieme..
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