1° FASE
"Tu non convincerai
mai il mio cuore che ha torto di fremere, le mie viscere che hanno torto
di commuoversi." (D.Diderot)
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- -... totale convivenza dell'uomo,
finito e tuttavia colmo di aspirazioneall'infinito, con la natura, immensa
e possente...la coscenza della solitudine dell'uomo, la sua angoscia di
fronte al mistero; nella natura egli coglie il "sublime"
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- -Il presente é poetico in quanto
legato ad una idea "primordiale"
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- -Guardare oggi con un bagaglio di
idee costruito e accumulato in tutta la vità
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- -Poesia = trovare al di là
della delusione presente la dolcezza di una memoria
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- -La memoria (di illusioni....) di
un primo impatto con le cose nella giovinezza
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- -Conosere attraverso la memoria e
il ricordo
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- -L' infinito e il vago: due alternative
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- -Dolcezza del ricordo/tristezza del
presente
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- -Malinconia della givinezza sempre
sperata
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- -Con la parola "Romanticismo",
parola di uso comune ancora oggi (benché spesso intesa impropriamente),
si vuole indicare il momento umano in cui il sentimeno prevale sul ragionamento,
opponendo la libertà estrinsecazione dll' "IO" soggettivo
alla presunta espressione oggettiva dell' "idea", unica, imperfetta,
immutabile, nella convinzione, anzi, che non esista niente di immutabilee
perfetto (ma tutto sia in continuo divenire, in relazione con il mutare
continuo e inarrestabile del mondo che ci circonda e di noi stessi) e che
all' uomo sia possibile "sentire"e quindi "intuire",
piuttosto che "capire" con i rigidi schemi della logica.
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- -L' artista romantico vive intensamente
tutte le vicende, anche politiche, della sua epoca.
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- -"Tu non convincerai mai il mio
cuore che a torto di fremere, le mie viscere che hanno torto di commuoversi."
(D.Diderot)
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- -la pittura, anche quando imita il
mondo esterno, da all'artista la possibilità di interpretarlo, inventabdo,
spzi, forme, luci, colori.
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- -Sublime é il senso di sgomento
che l'uomo prova di fronte alla grandezza della natura, sia nel suo aspetto
pacifico, sia, ancora più, nel momento della sua terribilità,
quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità,
la sua finitezza, ma, al tempo stesso, proprio perché cosciente
di questo, intuisce l' INFINITO e si rende conto che l'anima possiede una
facoltà superiore allamisura dei sensi. (Immanuel Kant 1790)