PRIMA INTERPRETAZIONE 
 
       Sempre caro mi fu quell'ermo colle,   
       e questa siepe, che da tanta parte  
       dell'ultimo orizzonte esclude 
       Ma sedendo e mirando, interminati  
       spazi di là da quella, e sovrumani  
       silenzi, e profondissima quiete  
       io ne pensier mi fingo; ove per poco  
       il cor non si spaura. E come il vento  
       odo stormir tra queste piante, io quello  
       infinito silenzio a questa voce  
       vo comprando: e mi sovvien l'eterno,  
       e le morte stagioni, e a presente  
       e viva, e il suon di lei. Così tra questa  
       immensità s'annega il pensier mio:      
       e il naufragar m'è dolcein questo mare. 
IL PIACERE: VAGO E INDEFINITO 

"Da fanciulli, se una veduta, una campagna, una pittura, un suono, un racconto, una descrizione, una favola, un'immagine poetica, un sogno, ci piace e diletta, quel piacere e quel diletto è sempre vago e indefinito: l`idea che ci si desta è sempre indeterminata e senza limiti : ogni consolazione, ogni piacere, ogni aspettativa, ogni disegno illusione di quell`età tien sempre all`infinito".  

"Da grandi ... proveremo un piacere, ma non sarà più simile all'infinito, o certo non sarà così intensamente, sensibilmente, durevolmente ed essenzialmente vago e indeterminato. Il piacere di quella sensazione si determina subito e si circoscrive: appena comprendiamo qual fosse la strada che prendeva l'immaginazione nostra da fanciulli, per arrivar con quegli stessi mezzi, e in quelle stesse circostanze o anche in proporzione, all'idea ed al piacere indefinito, e dimostrarvi."  



NATURA E RAGIONE 

"La ragione è nemica di ogni grandezza : la ragione è nemica della natura: la natura è grande, la ragione è piccola." "L`uomo si allontana dalla natura e quindi dalla felicità quando, a forza di esperienze di ogni genere, ch`egli non doveva fare, e che la natura aveva provveduto che non facesse (perchè s`è mille volte osservato c`ella si nasconde al possibile, e oppone milioni di ostacoli alla cognizione della realtà) "."L`uomo alterato, cioè divenuto imperfetto relativamente alla sua natura, diviene infelice".