TERRA Dunque non sarà né
anche vero che le tue province sono fornite di strade larghe e nette; e
che sei coltivata: cose che dalla parte della Germania, pigliando un cannocchiale,
si veggono chiaramente.
LUNA Se io sono coltivata, io non me ne accorgo,
e le mie strade io non le veggo.
TERRA Cara Luna, tu hai a sapere
che io sono di grossa pasta e di cervello tondo; e non è meraviglia
che gli uomini m'ingannino facilmente. Ma io ti so dire che se i tuoi non
si curano di conquistarti, tu non fosti però sempre senza pericolo:
perché in diversi tempi, molte persone di quaggiù si posero
in animo di conquistarti esse; e a quest'effetto fecero molte preparazioni.
Se non che, salite in luoghi altissimi, e lavandosi sulle punte de' piedi,
e stendendo le braccia, non ti poterono arrivare. Oltre a questo, già
da non pochi anni, io veggo spiare minutamente ogni tuo sito, ricavare
le carte de' tuoi paesi, misurare le altezze di cotesti monti, de' quali
sappiamo anche i nomi. Queste cose, per la buona volontà ch'io ti
porto, mi è paruto bene di avvisartele, acciò che tu non
manchi di provvedervi per ogni caso. Ora, venendo ad altro, come sei molestata
da' cani che ti abbaiano contro? Che pensi di quelli che ti mostrano altrui
nel pozzo? Sei tu femmina o maschio? perché anticamente ne fu varia
opinione. E' vero o no che gli Arcadi vennero al mondo prima di te? che
le tue donne, o altrimenti che io le debba chiamare, sono ovipare; e che
uno delle loro uova cadde quaggiù non so quando? che tu sei traforata
a guisa dei paternostri, come crede un fisico moderno? che sei fatta, come
affermano alcuni Inglesi, di cacio fresco? che Maometto un giorno, o una
notte che fosse, ti spartì per mezzo, come un cocomero; e che un
buon tocco del tuo corpo gli sdruciolò dentro la manica? Come stai
volentieri in cima dei minareti? Che ti pare della festa del bairam?
LUNA Va pure avanti; che mentre seguitti così,
non ho cagione di risponderti, e di mancare al silenzio mio solito.
Se hai caro d'intrattenermi in ciance, e non trovi altre materie che queste;
in cambio di voltarti a me, che non ti posso intendere, sarà meglio
che ti facci fabbricare dagli uomini un altro pianeta da girartisi intorno,
che sia composto e abitato alla tua maniera.
Tu non sai parlare altro che d'UOMINI e di cani e di cose simili, delle
quali ho tanta notizia, quanta di quel sole grande grande, intorno al quale
odo giri il nostro sole.
TERRA Veramente, più che
io propongo, nel favellarmi, di astenermi da toccare le cose proprie, meno
mi vien fatto. Ma da ora innanzi ci avrò più cura. Dimmi:
sei tu che ti pigli spasso a tirarmi l'acqua del mare in alto, e poi lasciarla
cadere?
LUNA Può essere. Ma posto che io ti
faccia cotesto o qualunque altro effetto, io non mi avveggo di fartelo:
come tu similmente, qui;
che debbono essere tanto maggiori de' miei, quanto tu mi vinci di grandezza
e di forza.
TERRA Di cotesti effetti veramente
io non so altro se non che di tanto in tanto io levo a te la luce del sole,
e a me la tua; come ancora, che io ti fo gran lume nelle tue notti, che
in parte lo veggo alcune volte. Ma io mi dimenticava una cosa che importa
più d'ogni altra. Io vorrei sapere se veramente, secondo che scrive
l'Ariosto, tutto quello che ciascun uomo va perdendo; come a dire la gioventù
la bellezza, la sanità, le fatiche e le spese che si mettono nei
buoni studi per essere onorati dagli altri, nell'indirizzare i fanciulli
ai buoni costumi, nel fare o promuovere le instituzioni utili; tutto sale
e si raguna costà: di modo che vi si trovano tutte le cose umane;
fuori dalla pazzia, che non si diparte dagli uomini. In caso che questo
sia vero, io fo conto che tu debba essere così piena, che non ti
avanzi più luogo; specialmente che, negli ultimi tempi, gli uomini
hanno perduto moltissime cose (verbigrazia l'amor patrio, la virtù,
la magnanimità la rettitudine), non già solo in parte, e
l'uno o l'altro di loro, come per l'addietro, ma tutti e interamente. E
certo che se elle non sono costì, non credo si possano trovare in
altro luogo. Però vorrei che noi facessimo insieme una convenzione,
per la quale tu mi rendessi di presente, e poi di mano in mano, tutte queste
cose; donde io penso che tu medesima abbi caro di essere sgomberata, massime
del senno, il quale intendo che occupa costì un grandissimo spazio;
ed io ti farei pagare dagli uomini tutti gli anni una buona somma di danari.
LUNA Tu ritorni agli UOMINI;
e, con tutto che la pazzia, come affermi, non si diparta da' tuoi confini,
vuoi farmi impazzire a ogni modo, e levare il giudizio a me, cercando quello
di coloro;
il quale io non so dove sia, né se vada o resti in nessuna parte
del mondo; so bene che qui non si trova;
come non ci si trovano le alter cose che tu chiedi.
TERRA Almeno mi saprai tu dire
se costì sono in uso i vizi, i misfatti, gl'infortuni, i dolori,
la vecchiezza, in conclusione i mali? intendi tu questi nomi?
LUNA Oh cotesti sì che gl'intendo;
e non solo i nomi, ma le cose significate, le conosco a maraviglia: perché
ne sono tutta piena, in vece di quelle altre che tu credevi.
TERRA Quali prevalgono ne' tuoi
popoli, i pregi o i difetti?
LUNA I difetti di gran lunga.
TERRA Di quali hai maggior copia,
di beni o di mali?
LUNA Di mali senza comparazione.
TERRA E generalmente gli abitatori
tuoi sono felici o infelici?
LUNA Tanto infelici, che io non mi scambierei
col più fortunato di loro.
TERRA Il medesimo è qui.
Di modo che io mi maraviglio come, essendomi sì diversa nelle altre
cose, in questa mi sei conforme.
LUNA Anche nella figura, e nell'aggirarmi,
e nell'essere illustrata dal sole io ti sono conforme;
e non è maggior maraviglia quella che questa: perché il male
è cosa comune a tutti i pianeti dell'universo, o almeno di questo
mondo solare, come la rotondità e le altre condizioni che ho detto,
né più né meno.
E se tu potessi levare tanto alto la voce, che fossi udita da Urano o da
Saturno, o da qualunque altro pianeta del nostro mondo; e gl'interrogassi
se in loro abbia luogo l'infelicità, e se i beni prevalgano o cedano
ai mali; ciascuno ti risponderebbe come ho fatto io.
Dico questo per aver dimandato delle medesime cose Venere e Mercurio,ai
quali pianeti di quando in quando io mi trovo più vicina di te;
come anche ne ho chiesto ad alcune comete che mi sono passate dappresso:
e tutti mi hanno risposto come ho detto. E penso che il sole medesimo,
e ciascuna stella risponderebbero altrettanto.
TERRA Con tutto cotesto io spero
bene; e oggi massimamente, gli uomini mi promettono per l'avvenire molte
felicità.
LUNA Spera a tuo senno: e io ti prometto che
potrai sperare in eterno.
TERRA Sai che è? questi
uomini e queste bestie si mettono a romore: perché dalla parte dalla
quale ti favello, è notte, come tu vedi, o piuttosto non vedi; sicché
tutti dormivano; e allo strepitio che noi facciamo parlando, si destano
con gran paura.
LUNA Ma qui da questa parte, come tu vedi,
è giorno.
TERRA Ora io non voglio essere
causa di spaventare la mia gente, e di rompere loro il sonno, che è
il maggior bene che abbiano. Però ci riparleremo in altro tempo.
Addio dunque; buon giorno.
LUNA Addio; buona notte.