Politecnico di Milano
Facoltà di architettura
Anno Accademico 1997-1998
Corso integrato di rilevamento e rappresentazione
docente: Colabella Enrica



Crippa Floriana
matricola: 172929

Chi dice assenza di piacere e dispiacere, dice noia, non che assolutamente queste due cose sieno tutt'una, ma rispetto alla natura del vivente, in cui l'una senza l'altra (mentre chéi sente di vivere) non puó assulutamente stare. La noia corre sempre e immediatamente a riempire tutti i vuoti che lasciano negli animi de'viventi il piacere ed il dispiacere; il vuoto, cioé lo stato d'indifferenza e senza passione, non si dá in esso animo, come non si dava in natura secondo gli antichi.
La noia é come l'aria quaggiú, la quale riempie tutti gl'intervalli degli altri oggetti, e corre subito a stare lá donde questi si partono, se altri oggetti non gli rimpiazzano. O vogliamo dire che il vuoto stesso dell'animo umano, e l'indifferenza, e la mancanza d'ogni passione, é noia, la qual é pur passione. Or che vuol dire che il vivente, sempre che non gode e che non soffre non puó fare che non s'annoi?
Vuol dire ch'é non puó mai fare ch'é non desideri la felicitá, cioé il piacere ed il godimento.
Questo desiderio, quando é non é ne'soddisfatto, ne'direttamente contrariato dall'opposto del godimento, é noia. La noia é il desiderio della felicitá, lasciato, per cosí dire puro. Questo desiderio é passione. Quindi l'animo del vivente non puó mai veramente essere senza passione. Questa passione, quando ella si trova sola, quando altra attualmente non occupa l'animo, é quello che noi chiamiamo noia.
Leopardi, Zibaldone cit. p.928