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Dal database costruito dalle
immagini
per questo aggettivo
ho scelto queste tre.
Il criterio con cui ho operato
è stato
basato sulla rappresentatività
delle
forme rispetto alla mia personale
interpretazione del concetto/aggettivo/obiettivo
multiforme.
In ognuno dei casi scelti la
multiformità
è presente in una sua
espressione
tratta dal mondo del naturale.
Con un tono più scuro
di colore
ho evidenziato quello che ho
considerato il corpo principale
(o, nel
primo caso, uno dei corpi principali)
ma che in senso oggettivo potrebbe
anche non esserlo. |
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Per elaborare meglio il mio
personale concetto di “razionalità” la scelta è caduta su
queste tre immagini del mio immaginario di riferimento.
Ciò che più le
caratterizza è una suddivisione regolare dello spazio/soggetto rappresentato,
un ordine studiato per gli elementi che lo compongono.
Ogni elemento ha una collocazione
precisa nello spazio e lo spazio stesso con la sua linearità lo
rende distinguibile dagli altri, anche se è parte integrante di
un insieme.
Con le linee ho cercato di
evidenziare le modalità di suddivisione e organizzazione dello spazio,
mai casuali, create sempre a partire da una “griglia”precisa (che è
a volte quella prospettica, o si basa su di essa) |
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Con i toni più
chiari le diramazioni
e sottodiramazioni che da esso
si
originano, avvolgendosi su
se stesse,
incrociandosi tra loro. Col
viola ho
segnato alcuni dei punti di
"giuntura"
tra i diversi elementi.
Ho trovato in particolare interessante
l'assenza di una reale gerarchia
degli elementi dei corpi, cosa
che accomuna le tre immagini.
Partendo dall'immagine della
parte
terminale di una pianta dalle
molte
diramazioni e sotto diramazioni,
in
cui un reale corpo principale
viene
identificato con uno dei tronchi
piu’
grossi ma potrebbe essere costituito
anche dall’insieme dei diversi elementi.
Allo stesso modo nell'immagine
di un grande
fiume ripresa dall'alto, la
scelta di quale possa
essere il corpo principale
è resa arbitraria dalla
astrazione dal contesto totale.
Mentre nel cristallo di ghiaccio,
ignorando
da quale punto ne sia partita
la formazione, l'identificazione del corpo principale rimane ancora
più ipotetica.
Insiemi di forme, diverse tra
loro per aspetto e dimensione, che unendosi e armonizzandosi
creano un corpo unico.
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Nel primo caso l'effetto di
ordine e razionalità è dato dal semplice gesto di impilare
nello stesso modo tre tipi di scatole diverse, di volume crescente dal
primo al terzo blocco.
Nel secondo esempio l'effetto
è reso mediante una semplice prospettiva.
La foto ritrae quella che potrebbe
essere una specie di natura morta.
Il bianco e nero della foto
rende ancora più "pulito" lo spazio, più definita la prospettiva.
I diversi elementi (gradini, pareti laterali e di fondo, fiore) sono
estremamente delineati perfino
nei contorni ma allo stesso tempo si compongono in un armonia che costituisce
l'immagine intera.
L'ultimo caso invece è
chiaramente una griglia che stabilisce un rigoroso ordine.Ogni elemento,
anche se non perfettamente allineato, ha la sua collocazione nella riga
e colonna in cui lo spazio è organizzato.
E nonostante i soggetti siano
riprodotti serialmente e serialmente ordinati, ognuno risulta diverso e
distinguibile dall'altro.
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Ho scelto di ribaltare, nella
mia
interpretazione personale dell’aggettivo
“lunatica”, l’accezione negativa
cioè
quella più diffusa comunemente.
Evidenziando la valenza di
“mutevolezza” ,
ho cercato di immaginare un
modo
di tradurla nelle forme.
Dall’immaginario ho tratto due
soggetti del tutto diversi
tra loro,
accomunati solo dal fatto che
indagandone attentamente i particolari, contengono
forme che hanno la particolarità
di
poter essere re-interpretate.
Quindi delle forme versatili,
adattabili
a più contesti in cui
risultino
parimente integrate.
Astraendo dal contesto, la
forma
si apre a nuove interpretazioni,
come evidenziano i tre esempi.
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