Le NYMPHEAS non sono propriamente un quadro, bensì un insieme di otto grandi decorazioni murali che, se accostate, darebbero l'impressionante risultato finale di una composizione lunga novanta metri e alta due.
Monet vi lavorò per un numero imprecisato di anni(..)continuò a lavorarci fino alla fine dei suoi anni, e morì, il 5 dicemdre 1926, prima di poterke vedere esposte al pubblico.
Le NYMPHEAS presentano un tratto paradossale, cioè la deprecabile scelta del soggetto: per novanta metri di lunghezza e due di altezz, esse non fanno che immortalare uno stagno di ninfee.
(..)Sarebbe stato difficile trovare un soggetto più insignificante..E' così evidente quel che Monet voleva fare: dipingere il niente.(..)Una ossessione(..).Per poter dipingere il niente, prima doveva trovarlo. Monet fece qualcosa di più: lo produsse.
Non dovette sfuggirgli che la soluzione del problema non era ottenere il nulla saltando il reale, ma piuttosto ottenereil nulla attraverso un processodi progressivo decadimento e dispersione del reale.Capì che il nulla che cercava era il tutto, sorpreso in un istante di momentanea assenza. Lo immaginava come una zona franca tra ciò che era e ciò che non era più.
(..)Coltivarle o dipingerle erano solo nomi diversi per una stessa avventura. Aspettare..
Quello che fece Monet fu portarsi, in casa, la porzione di mondo che intendeva ridurre a nulla. Creò uno stagno di ninfee nel preciso punto in cui gli sarebbe stato impossibile evitare di vederlo. ERa un modo di smantellarlo. Si può dire che a ogni sguardo posato su quello stagno Monet si avvicinasse di un passo all'indifferenza assoluta, bruciando ogni volta residui di stupore e rimasugli di meraviglia.
Un giorno si svegliò, uscì dal letto, scese nel parco, arrivò sul bordo dello stagno e quel che vide fu: NULLA. Un altro si sarebbe accontentato. Ma è costitutiva del genio un'ostinazione illimitata che lo porta a inseguire i propri scopi in un'ipertrofica ansia di perfezione. Monet cominciò a dipingere: ma chiuso nel suo studio.(..) Attenendosi alla verità dei fatti: lì, le poteva ricordare.
Monet aveva bisogno del nulla, affinchè la sua pittura potesse essere libera di ritrarre, in assenza di un oggetto, se stessa. Le NYMPHEAS non rappresentano delle ninfee, ma lo sguardo che le guarda.
Le NYMPHEAS sono il nulla, visto dall'occhio di nessuno. Cosicchè guardare le NYMPHEAS significa guardare uno sguardo e per di più uno sguardo non riconducibile a una qualche nostra esperienza precedente, ma uno sguardo unico e irripetibile, uno sguardo che non potrebbe mai essere il nostro.



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