Ho scelto come catalizzatore
il cubo di Rubik. Innanzitutto si può
individuare un parallelismo
con l’architettura. Muovere
le varie parti che ompongono il cubo
è come modellare lo spazio,
è come fare una sorta
di composizione, sia volumetrica che cromatica. Il cubo
di Rubik si configura
come un paradigma dell’azione
che il progettista compie mentre lavora ad un progetto
di architettura.
Ho considerato quindi uno dei piani
che compongon il cubo e qui ho riscontrato
le caratteristiche
che ho descritto elencandi tre
aggettivi ed i relativi codici. L’oggetto è
sintetico, si ha una percezione
completa ed immediata
della forma e del funzionamento.
Proseguendo con il processo
ho individuato nei
perni del meccanismo che
regola il cubo gli spazi
distributivi,
che rimangono immutati
anche a seguito delle
rotazioni. Iterando il processo ho
ottenuto un oggetto dalla forma slanciata ed elicoidale.