Politecnico di Milano

Sede di Lecco

 

Lorenzo Belotti

mart. 633648


 

Le caratteristiche

IL FORMICAIO

UN FELINO

IL VETRO

- Lo spazio deve essere organizzato secondo forme distributive bidimensionali (in modo che i percorsi siano facilmente identificabili).

- Devono essere rispettati gli standard previsti per lo svolgimento dell'attività.

- Lo sfruttamento della luce naturale e lo sviluppo in altezza dello spazio devono avere un rapporto, rispetto alla superficie, proporzionale alla percentuale della componente meditativa dell'attività.

- Deve essere concepita, a livello tecnologico, in modo da garantire una redistribuzione degli spazi per almeno il 30% della superficie.

- Gli impianti devono prevedere una riadattabilità dello spazio e un facile aggiornamento in base alle nuove richieste tecnologiche.

L'architettura deve essere in primo luogo espressione della funzione alla quale è destinata e la deve rappresentare in ogni suo aspetto e modo di essere, così che chiunque la osservi riesca a percepire il motivo per cui è nata; ma anche perchè è nata in quel modo, deve mostrare cioè che è frutto e conseguenza di uno studio che l'ha modellata con quella forma, con quell'estetica, con quell'organizzazione degli spazi. Tutto questo è RAZIONALITA', ovvero elaborazione in modo perfettamente corrispondente al suo scopo, alla sua funzione.

Quanto detto finora di per sè è sufficiente a suscitare un'emozione nell'osservatore (o utente), che tuttavia non deve diventare un contributo per l'identità stessa dell'architettura: chi vive l'edificio deve, inevitabilmente, subire l'influenza dell'oggetto delle sue forme, dei suoi colori, ma la percezione dell'edificio non deve essere essere stravolta a seconda della presenza o meno di utenti; per esempio una biblioteca deve essere percepita allo stesso modo sia che ci sia gente, sia che non ci sia. Solo così l'architettura assume una propria identità che diventa motivo di vanto, ORGOGLIO. Portando il discorso al limite, è come se l'oggetto architettonico fosse impassibile al fatto che l'attività sia effettivamente praticata, ma sensibile, come ho già detto, all'attività stessa.

La fase progettuale non deve però fermarsi all'adempimento di una funzione per come è concepita al momento dell'ideazione, ma bisogna tenere conto dello sviluppo di neccessità differenti, dell'evoluzione delle esigenze e delle richieste degli utenti che usufruiranno dell'architettura, oppure semplicemente della voglia di cambiare. La capacità dell'edificio di evolversi con i tempi è la VERSATILITA' intesa come predisposizione ad adattare i propri spazi interni o più semplicemente la distribuzione di un singolo spazio interno.

 

Il catalizzatore

L'UOMO VITRUVIANO

"Vetruvio architetto mette nella sua opera d'architettura che lle misure dell'omo sono dalla natura disstribuite in questo modo". Così Leonardo, riprendendo il testo del terzo libro "De Architectura" di Vitruvio (da qui il nome di "uomo Vitruviano"), commenta il prodigioso disegno delle "proporzioni umane". L'immagine dell'uomo "bene figuratus", in piedi, con le gambe e le braccia allargate, va ad iscriversi esattamente nelle figure geometriche più perfette: il cerchio e il quadrato. La precisione grafica e i numerosi segni lasciati dal compasso sembra siano serviti a tracciare un'opera di grande esattezza destinata ad una funzione importante.

Ma non solo... Questo disegno raffigura prima di tutto l'uomo che, meglio di qualsiasi altro essere vivente, rappresenta la RAZIONALITA', la VERSATILITA', ma anche l'ORGOGLIO, come traspare dalle parole sopra scritte, di essere uomo nelle sue caratteristiche fisiche (di proporzionalità perfetta) e intelletive (in quanto essere pensante, razionale).

 

Il paradigma

La trasposizione architettonica di tale rappresentazione è mediata dalle linee e forme tracciate sul disegno: vanno intese come distribuzione e organizzazione spaziale; la testa rappresenta l'ambiente centrale, quello che deve far intendere la funzione dell'edificio (ovvero l'ORGOGLIO); può essere l'ingresso, uno spazio di raccordo... E' stata rappresentata in rosa, colore scelto per indicare anche i percorsi che l'utente deve seguire per svolgere le attività cui è destinato l'ambiente.
E' importante notare come la struttura spaziale non sia una gerarchica, nella quale un'area avrebbe delle sottoaree dipendenti, ma lineare, in cui le funzioni sono il più possibile (compatibilmente con le attività) indipendendenti tra loro e di pari importanza: lo scopo è quello di far percepire da subito l'organizzazione e la logica funzionale delll'edificio (RAZIONALITA'). Le linee gialle e verdi sono due alternative, totali o parziali tra loro (VERSATILITA').
Le forme che racchiudono le due diverse configurazioni stanno ad indicare che la percezione deve modificarsi a seconda della configurazione dello spazio interno, sempre con il medesimo scopo di individuare e identificare il motivo dell'architettura.

 

Lo scenario

Viene qui proposto un esempio, di composizione spaziale secondo le regole individuate nel paradigma.

La costruzione è avvenuta tenendo fisso lo spazio cilindrico che da accesso al distributivo e il distributivo stesso (in rosso); gli altri volumi si compongono liberamente intorno a queste due forme a seconda delle esigenze iniziali o future, in base all'eventuale cambiamento dei requisiti. La differenza cromatica (tra verde e giallo) sta a sottolineare proprio questa possibilità di riadattamento.

Se poi l'edificio ha sviluppo verticale e non orizzontale (come rappresentato nell'esempio sopra rappresentato) i principi non cambiano: l'asse principale (rosso) sarà verticale e gli spazi si comporrano su piani orizzontali a vari livelli.

 

Punti di vista

Il primo punto di vista scelto è quello dell'utente che si avvicina all'edificio; il secondo è una vista dall'alto. Come si può osservare, in entrambi i casi risalta subito la testa dell'uomo vitruviano (collocata in basso) e l'asse attorno al quale prende forma l'organismo edilizio e la sua funzione di percorso.